Il decreto che regola le concessioni balneari è stato finalmente approvato: ecco come cambieranno le regole per 600 spiagge in Abruzzo, con sfide legali in vista.
Il Senato ha dato il via libera definitivo al decreto Infrazioni, aprendo la strada per la vendita delle concessioni balneari in Abruzzo. Entro il 2027, ben 600 concessioni saranno messe all'asta, tra cui quelle delle spiagge più frequentate della regione, che vedranno cambiamenti significativi nella gestione delle risorse pubbliche. Il decreto permette ai Comuni di avviare e concludere le gare pubbliche per l'assegnazione delle concessioni balneari entro il 30 giugno 2027, con i titoli validi fino al 30 settembre dello stesso anno.
Il ministero delle Infrastrutture, entro il 30 marzo 2025, dovrà definire i dettagli per calcolare gli indennizzi a favore dei gestori uscenti, che saranno a carico dei nuovi concessionari. Il decreto prevede che i bandi favoriscano chi ha gestito una concessione balneare per almeno cinque anni come unica fonte di reddito.
Un aspetto fondamentale del decreto è che la direttiva Bolkestein, che richiede la liberalizzazione del settore, obbliga i Comuni a riassegnare le concessioni tramite gare pubbliche. Dopo quindici anni di proroghe illegittime, considerate in contrasto con le norme europee, il decreto stabilisce che le concessioni vengano riassegnate con modalità competitive, per garantire trasparenza e competizione nel settore. I bandi dovranno essere pubblicati online e, nei casi di interesse nazionale o regionale, anche sulla Gazzetta Ufficiale. Per concessioni di durata superiore ai dieci anni, sarà obbligatoria anche la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.
Regole sui bandi sono state anche aggiornate: i progetti di miglioramento che coinvolgano accessibilità per disabili, politiche sociali e sostenibilità ambientale saranno considerati come fattori prioritari nei bandi. Saranno inoltre premiati coloro che assumeranno giovani e coloro che abbiano già esperienza nel settore delle spiagge.
Tuttavia, non mancano perplessità sul decreto. La possibilità di concludere le gare entro il 2027 è considerata rischiosa, dato che la Corte di Giustizia Europea ha già bocciato le proroghe automatiche delle concessioni, accusandole di violare la direttiva Bolkestein. Il Consiglio di Stato, inoltre, aveva fissato al 31 dicembre 2023 il termine per completare le gare. Ora, i Comuni dovranno decidere se rispettare questa scadenza o aspettare la scadenza del 2027, ma rischiano di essere penalizzati dalla Commissione Europea.
Le modifiche alla legge, introdotte durante l'esame alla Camera dei deputati, includono l’esclusione dalle gare per le associazioni sportive dilettantistiche che gestiscono le spiagge e la possibilità per i concessionari di mantenere i manufatti amovibili fino all'aggiudicazione definitiva delle gare. Per quanto riguarda gli indennizzi, il governo ha scelto di non accogliere le richieste delle associazioni balneari di risarcire il valore completo delle attività aziendali, una proposta che sarebbe stata ritenuta un vantaggio improprio per i concessionari uscenti.
Tuttavia, la legge prevede una remunerazione equa degli investimenti fatti negli ultimi cinque anni, con la possibilità di un calcolo più favorevole per chi avrà fatto investimenti significativi prima dell’assegnazione delle nuove concessioni. Il decreto stabilisce che, in caso di subentro di un nuovo concessionario, il titolare uscente ha diritto a un indennizzo che corrisponde al valore degli investimenti non ammortizzati e a una compensazione per garantire un giusto ritorno economico sui capitali investiti negli ultimi cinque anni.