"La busta paga di aprile 2014" inizia così la missiva su carta intestata ATER che l'ing. Domenico Recchione direttore ATER di Chieti ha inviato al dirigente amministrativo e del personale Giulio Mecchioli.
Una missiva brevissima, scritta di pugno (nel senso proprio a mano .ndr) che il 24 aprile, l'indomani dello scandalo per la "scoperta" che la sua retribuzione mensile era pari ad una volta e mezza quella del Presidente degli Stati Uniti d'America Barak Obama.
Poche semplici parole tra le quali spicca la diffida ad applicare qualsivoglia "sospensione" o "esclusione" delle somme fin lì percepite.
Recchione solo 20 giorni prima ci aveva dichiarato, in esclusiva, che avrebbe lavorato anche gratis se l'Ente o la Regione glielo avrebbe chiesto.
Evidentemente in queste tre settimane qualcosa dovrà pure essere cambiato nell'atteggiamento delle istituzioni preposte al controllo o in quello del commissario straordinario che gestisce l'ATER chietino dopo lo scandalo che ha coinvolto il precedente commissario Marcello Lancia e che lo ha costretto alle dimissioni.
Nello scoperchiare lo scandalo degli stipendi dorati in Ater, Abruzzo24ore ha reso evidente come, a volte, i costi della politica siano marginali rispetto a quello della dirigenza o dei direttori che, spesso, fanno "il bello e il cattivo tempo" negli enti e negli uffici.
Troppo spesso un dirigente, ma anche un semplice impiegato, può, anche senza malizia, ritardare l'iter di "una carta" di molte settimane.
Esempio sono proprio gli stipendi ATER a Chieti che per un mero cavillo non sono stati erogati in tempo perchè la pubblicazione della Legge che sbloccava i pagamenti e dava le garanzie alla Carichieti di accordare le anticipazioni.
Il cavillo era semplicemente la mancata pubblicazione sul BURA (il Bollettino Ufficiale della Regione Abruzzo) e nè la politica, nè le pressioni sindacali sono riuscite a smuovere il pachiderma amministrativo che solo oggi ha annunciato la pubblicazione stessa.
Inoltre notizie non confermate vorrebbero che i dirigenti (tre in tutto) che percepiscono oltre 140mila euro annui di remunerazione stiano trattando per veder tagliato lo stipendio faraonico del 20%, ma la regione avrebbe intenzione di applicare un taglio del 50% ed anche i sindacati sarebbero d'accordo.
Infatti questi ed altri tagli sarebbero l'unica medicina per evitare il dissesto e la messa in mobilità di molti impiegati dell'Ente attanagliati dalla doppia morsa della gestione assolutamente "allegra" delle risorse da un lato e dagli stipendi da oltre un milione di euro l'anno per un direttore e tre dirigenti!
Nel frattempo si spera che la regione in uno slancio di presa di coscienza possa prima della fine della legislatura approvare una norma che ponga un taglio a tutto questo.
Basterebbe poco, solo che i consiglieri prendessero parte ad una commissione... ma secondo voi lo faranno?