Avezzano, 47enne muore dopo un'ora di attesa al pronto soccorso

09 Giugno 2011   09:39  

Il 2 maggio scorso Maurizio Calabrese, 47 anni di San Vincenzo Valle Roveto, dopo un’ora di attesa nel corridoio davanti al pronto soccorso, dove era stato accompagnato in condizioni di sofferenza, è stato colto da un arresto cardiaco e, nonostante i tentativi di rianimazione, è morto.

Ora i familiari, i fratelli della vittima Domenico e Anna Filodea, hanno presentato una querela alla procura della Repubblica nel tentativo di accertare le responsabilità del decesso.

Ecco il racconto dei familiari finito nella querela: "Accusava da alcune ore conati di vomito e sfinimento fisico, siamo arrivati al pronto soccorso alle 21.30 circa e siamo entrati utilizzando una carrozzina, trovata nell’astanteria, senza che nessuno del personale addetto al pronto soccorso, portantini, assolvesse a tale compito. Nonostante le nostre ripetute sollecitazioni per farlo visitare ci veniva ripetutamente risposto 'attendete, che lo chiamiamo noi'. L’attesa si è protratta per circa un’ora, e cioè dalle 21.30 alle 22.40, quando è stata effettuata la prima e unica visita medica di cui abbiamo notizia.

Dopo la visita nulla è stato segnalato in cartella clinica circa una raccolta anamnestica circostanziata, la sintomatologia presentata e i reperti obiettivi. I medici si sono limitati a richiedere delle analisi del sangue e una visita cardiologica che non è stata effettuata nelle tre ore successive. Inoltre, queste analisi non includevano il dosaggio dei marcatori per l’infarto miocardico che, stando al referto, giungevano in laboratorio soltanto alle 23.14 e la cui risposta giungeva alle 23.59. Dalle analisi si rilevava un incremento delle transaminasi, uno stato di anemia e uno stato discoagulativo. Ciò nonostante nessuna terapia specifica è stata disposta nell’ora successiva e oltre. Soltanto all’1.16 veniva segnalato un arresto cardiaco e solo allora si è proceduto all’elettrocardiogramma, al dosaggio della troponina, che risultava positivo, e si è tentata una rianimazione mediante intubazione e massaggio cardiaco esterno. Seguiva a breve il decesso del paziente".

Nella diagnosi di dimissione per morte del paziente, raccontano i fratelli della vittima, generica e ipotetica, era scritto "arresto cardiocircolatorio da probabile malattia ischemica di cuore".


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore