'' Aziende comunali a L'Aquila: situazione disastrosa e super-stipendi dei dirigenti''

23 Gennaio 2013   16:20  

Riceviamo dal capogrupo del consigliere comunale Emanuele Imprudente, capogruppo L’Aquila Città Aperta

''Una sonora bocciatura per l’amministrazione comunale riguardo alle politiche di risanamento e riordino delle Spa comunali. È quanto è emerso nella conferenza stampa che ho tenuto stamani, in Comune, insieme con i colleghi consiglieri Raffaele Daniele, Udc, presidente della Commissione Garanzia e Controllo, e Daniele Ferella, del gruppo Tutti per L’Aquila.

La relazione dell’advisor, la società Scs, riguardo allo stato di salute delle aziende comunali, costata 60mila euro e tenuta per due mesi nel cassetto, delinea infatti un quadro sconcertante, tanto da arrivare alla conclusione che l’unica soluzione possibile sia l’apertura ai privati.

Una stroncatura, dunque, anche per il progetto dell’amministrazione legato alla costituzione di una holding che avrebbe inglobato tutte le aziende comunali e alla creazione di una fondazione per la gestione dei servizi sociali.

Diverse le anomalie registrate dalla relazione, tanto che si comprende per quale ragione si sia ritenuto di tenerla “riservata”.

Dallo stato disastroso del Ctgs ai costi eccessivi del Sed, ai debiti per complessivi circa 3,4 milioni di euro dell’Asm, o il fatto che la raccolta differenziata che sia ferma a circa il 20 per cento, ben lontana dallo sbandierato 70 per cento.

Bizzarra, poi, la politica che abbiamo rilevato, a seguito di una richiesta di accesso agli atti, in fatto di retribuzioni.

Lo stipendio dei direttori delle aziende comunali, infatti, si attesta mediamente intorno ai 70-80mila euro lordi all’anno mentre, curiosamente, quello del direttore dell’Asm è di 121mila euro circa lordi, con l’aggiunta di un premio di incentivazione pari a una mensilità e mezzo in più l’anno e di ulteriori 10mila euro annui dovuti al fatto che, si legge nel contratto, si tratta di una persona residente fuori dal Comune e pertanto gli vanno riconosciute le spese di soggiorno e di viaggio.

Tutto lecito, per carità, ma forse non proprio opportuno in presenza di un quadro così disastroso riguardo alle finanze delle società partecipate, tutte sommerse di debiti. Una politica fallimentare, dunque, quella relativa alla gestione delle Spa comunali, che dovevano essere risanate e riorganizzate, stando ai programmi, e che invece costituiscono sempre di più una zavorra per le casse del Comune.''

 


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