Due giovani di 17 anni, ultimi membri di un pericoloso gruppo che per mesi ha seminato paura tra i passanti nel centro di Pescara, sono stati arrestati ieri dalla polizia locale. Gli agenti hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip dell’Aquila, trasferendo i due ragazzi in un istituto penitenziario minorile. Il gruppo di minorenni, che aveva cominciato a terrorizzare la zona sin dall'estate, è stato completamente sgominato dopo una serie di arresti che risalgono a novembre.
Nel mese scorso, infatti, erano stati arrestati anche gli altri membri della banda, sei adulti che avevano preso parte a numerose attività criminali. I due arrestati sono accusati di estorsione e atti persecutori, crimini che hanno suscitato particolare preoccupazione tra la popolazione, soprattutto tra i giovani. Le indagini condotte dalla squadra mobile di Pescara, sotto il coordinamento della Procura dei minorenni dell'Aquila, hanno ricostruito in dettaglio un'escalation di violenze che ha avuto inizio già ad agosto. Durante quel periodo, il gruppo, composto prevalentemente da giovani nordafricani, si aggirava tra la stazione ferroviaria e gli stabilimenti balneari della città, approfittando della folla serale per compiere i loro atti criminali.
In uno degli episodi più gravi, il branco ha strappato il cellulare a un ragazzo, costringendolo a pagare per riaverlo. La vittima è stata più volte minacciata e aggredita, sviluppando uno stato di ansia grave a causa delle continue persecuzioni. È proprio per questi fatti che agli arrestati vengono imputati i reati di estorsione e atti persecutori. L’operazione di oggi chiude definitivamente un capitolo di questa vicenda, che aveva visto l’arresto di sei maggiorenni lo scorso novembre, tutti accusati di associazione per delinquere e coinvolti in diversi crimini violenti commessi nel centro cittadino.
Le indagini hanno preso piede grazie alla collaborazione tra la polizia di Pescara e quella di Roma, che hanno rintracciato i due minorenni in comunità situate nella provincia della Capitale. Dopo l’arresto, i ragazzi sono stati trasferiti in un istituto penitenziario minorile, dove dovranno affrontare le conseguenze delle loro azioni. Questo caso solleva importanti interrogativi sul fenomeno della criminalità minorile, spesso sottovalutato, ma che in questo caso ha avuto risvolti particolarmente allarmanti. Le indagini continuano, mentre la comunità si interroga sulle motivazioni che hanno spinto i giovanissimi a compiere atti così violenti e senza scrupoli.