Bando per decennale sisma, Coalizione Sociale chiede di rendere pubblici affidamenti

12 Giugno 2019   09:51  

Dopo aver acquisito copia di tutti i progetti ammessi al bando del decennale “L’Aquila, città della memoria e della conoscenza”, torniamo sulla vicenda per provare a capire come l’Amministrazione comunale sta promuovendo “lo sviluppo delle potenzialità culturali del territorio”.

Abbiamo già denunciato quanto riteniamo inopportuno - e persino provocatorio - che siano stati presentati, ammessi e risultati pure vincitori i progetti elaborati dall’ANCE come pure dall’Ordine degli architetti. Si tratta di quasi 32.000 € all’ANCE per l’organizzazione di un convegno e la realizzazione di una pubblicazione in 420 copie che verrà regalata prossimamente ai sindaci del cratere, assessori, consiglieri e dirigenti; e di 22.000 € all’Ordine degli architetti per illuminare nel periodo estivo alcuni vicoli bui del centro storico. Al di là della totale inopportunità di sovvenzionare due categorie già ampiamente beneficiate dai proventi della ricostruzione, come queste iniziative possano servire a sviluppare le potenzialità culturali, ci risulta francamente oscuro.

Quanto al progetto che ha ricevuto il maggior finanziamento, ben 48.000 €, consiste invece in una giornata di gara podistica tra stand internazionali, proposta da due società romane, riconducibili alla stessa proprietà. Una delle due, tra l’altro, si è costituita meno di due anni fa, giusto venti giorni prima di presentare domanda per il bando “Fare Centro” da cui è stata finanziata l’anno scorso con 64.000 €. Non per niente, immaginiamo, si chiama Docenter. Curioso, poi, che la sede legale si trovi in un palazzo riconsegnato a ottobre 2018, il cui portone è a tutt’oggi sbarrato con assi di legno.

Ma al di là di questi aspetti che siamo certi saranno oggetto di controlli e verifiche scrupolose in sede di rendicontazione, chiediamo quale sia l’idea della “città della memoria e della conoscenza” che ha questa Amministrazione se il maggior contributo del bando dedicato al decennale del terremoto spetta a una gara podistica, mentre, per dirne una, il progetto di archivio del sisma della Deputazione di Storia patria, come noto, non raggiunge nemmeno la sufficienza nei punteggi.

Anche volendo restare in ambito sportivo, qual è il senso di privilegiare un’iniziativa una tantum ed escludere dai finanziamenti proposte di realtà locali riconosciute che lavorano costantemente sul territorio coinvolgendo, educando e aggregando da anni tante persone? Non si tratta di campanilismo, evidentemente, ma di capirsi su cosa significa “sviluppo”.

L’opportunità di beneficiare in 5 anni di 13,2 milioni di euro "per lo sviluppo delle potenzialità culturali del territorio” non può essere sprecata senza avere una strategia complessiva di sviluppo, appunto, socio-culturale. Altrimenti saranno serviti solo a far galleggiare un altro po' qualche realtà ormai asfittica o addirittura a sovvenzionare qualche incursione "mordi e fuggi".
Anche ammesso e non concesso che lo sviluppo culturale debba essere finalizzato all’attrattività turistica - e non, proritariamente, alla rigenerazione sociale del territorio - ci sarebbe comunque da chiedersi quale respiro e prospettiva sul medio-lungo termine abbiano delle scelte che riducono il centro storico solo a un estemporaneo eventificio, privo di servizi e abbandonato dai residenti.

Infine, chiediamo che i progetti che partecipano a bandi pubblici siano, a loro volta, totalmente pubblici, in modo da consentire alla collettività di conoscere, e controllare a chi (e a chi no) e con quali finalità vengono destinati fondi che sono di tutti e servono (dovrebbero servire) ad accompagnare le iniziative di sviluppo e rilancio del territorio  in un percorso di progressiva autonomia dai finanziamenti che termineranno nel 2020, in modo da valutare poi con cognizione di causa l’effetto di tali scelte.

 


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