"Barattelli", il nuovo direttore Guido Barbieri: "L'arte dal vivo sia medicina per questa città"

"Porteremo la musica nei luoghi di vita quotidiana"

24 Gennaio 2012   11:25  

Cambio al vertice artistico della storica Società aquilana dei concerti “B. Barattelli”, gli spettacoli della 67ª stagione che inizierà a ottobre 2012 avranno la firma prestigiosa di Guido Barbieri, giornalista e e autorevole musicologo, voce nota di Radio Rai Tre, dove è spesso conduttore di importanti dirette e trasmissioni radiofoniche.

E' stato docente di Storia ed Estetica musicale in diversi Conservatori tra cui L’Aquila, dove ora torna come direttore artistico.

Barbieri si avvicina in punta di piedi all'ente nato nel 1946 dalla caparbietà di Nino Carloni, con la profonda consapevolezza di lavorare in una città, come lui stesso dice, "sempre in bilico tra il desiderio di ricordare e quello dell'oblio."

 

Il nuovo direttore è già all'opera con l'obiettivo di rispettare la tradizione ma con l'intento di portare la musica tra la gente, nei luoghi della vita quotidiana dove di solito la musica non va, una sorta di "Barattelli Off", per far comprendere che, dovunque essa si esprime, la musica fa parte della nostra vita quotidiana. Questo esperimento sarà fatto nella primavera 2013: "centri commerciali, scuole, stazioni dei pullman lì arriverà la musica, piccoli concerti di 40 minuti, che sorprendano la gente."

Resterà però viva la tradizione e l'attenzione alla musica contemporanea.

Guido Barbieri non nuovo in città sente la responsabilità del suo ruolo "la città è irriconoscibile rispetto a come la ricordavo. Per questo è un onore per me essere Direttore artistico ora, non solo per la storia gloriosa del passato di questa società dei concerti, ma per il tentativo che io devo fare di essere utile oggi, per individuare quali sono i bisogni di questa città oggi."

E Barbieri per capire i reali bisogni della città si muove in città, e la guida del suo lavoro, dice "dovrà essere riuscire ad offrire un modo per ritornare ad essere normali, fissando però in ogni atto la memoria di quello che è successo e delle ingiustizie che tutto questo ha prodotto."

La città ha bisogno della cultura, lo dimostrano i concerti sempre pieni, il numero di abbonamenti che aumentano con il tempo e Barbieri sottolinea: "Sono segni della voglia di partecipazione, la cultura dal vivo è ridiventa bisogno sociale. Dobbiamo intercettarlo, per uscire dalla sindrome di una strisciante depressione. Le nostre medicine sono la musica, il teatro, le idee e queste medicine vanno somministrate anche a forza, e dobbiamo farlo sennò non facciamo il nostro mestiere."

di Barbara Bologna

 


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