Berlusconi, case pronte già dal 10 settembre

Terremoto

03 Maggio 2009   13:10  

Il governo accelera e punta a consegnare le prime case nuove a partire dal 10 settembre, vale a dire due mesi in anticipo rispetto alla scadenza iniziale. Il termine ultimo infatti è la fine di ottobre, perché le tende devono essere smontate prima che il freddo arrivi di nuovo in Abruzzo. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è consapevole della "mission impossible" che rappresenta la ricostruzione post-terremoto ma si dice convinto che alla fine la battaglia sarà vinta. "Siamo soddisfatti - afferma - continuiamo a lavorare". E questo "nonostante impazzino 'sparlatori' di professione e picchetti di fischiatori organizzati". Ieri a Napoli, oggi davanti a Palazzo Chigi: oltre agli applausi, infatti, il premier è stato accolto anche da qualche fischio dei curiosi, che come di consueto attendono il suo passaggio. Ma lui assicura di non curarsene, così come non si cura "del teatrino della politica". Al leader del Pd che lo attacca accusandolo di essere dipendente dai sondaggi, il Cavaliere replica: "Siccome il punto in più nei sondaggi c'é sempre, io dormo benissimo". Poi ironizza su Di Pietro e Casini e liquida le punzecchiature delle opposizioni come "frivolezze". Tolto il sassolino dalla scarpa, Berlusconi riprende il filo del discorso e (in conferenza stampa, al termine di una riunione con i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, Paolo Bonaiuti e Guido Bertolaso) torna a parlare dell'emergenza terremoto. Snocciola i numeri: oltre 70 mila persone assistite, 169 tendopoli, 100 cucine da campo, 100 centri sanitari, 31 centri medici avanzati. Cifre che danno conto di "una organizzazione complessa", che suscita ammirazione anche oltre confine, assicura il premier. I sopralluoghi sono stati fino ad ora "22.700 e il 53,7 % delle abitazioni - aggiunge - sono già abitabili". Certo, di mezzo c'é la paura della gente: le scosse non si fermano e così "comprensibilmente" le persone non vogliono rientrare nelle loro case. La terra deve garantire una settimana di tregua, solo allora - spiega il presidente del Consiglio - potranno iniziare i rientri. L'obiettivo è tornare lentamente alla normalità. "Vi do una buona notizia: entro fine maggio - annuncia il premier - l'ospedale dell'Aquila potrà riaprire e potrà funzionare tra il 60 e il 70%". Non solo, anche l'ospedale del G8 sarà spostato in Abruzzo. Una dimostrazione concreta di come la decisione di spostare l'appuntamento internazionale dalla Maddalena all'Aquila sia uno strumento utile alla ricostruzione. Ricostruzione che ha come priorità "le persone", spiega ancora una volta Berlusconi. Dunque, massima attenzione al patrimonio artistico e culturale della regione ma la corsia preferenziale è assegnata agli interventi che possono incidere sulla vita di tutti i giorni degli abruzzesi. Gli edifici pubblici sono stati maggiormente colpiti rispetto alle abitazioni private e le chiese inagibili sono 300. Il governo interverrà, assicura il premier, anche con provvedimenti ad hoc ma non nell'immediato: "La nostra filosofia - conclude infatti Berlusconi - è chiara: prima le persone".

 


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