Bertinotti ricorda Marcinelle: "Dobbiamo operare per debellare la pi

09 Agosto 2006   14:51  
"L´otto agosto di cinquanta anni fa, 262 lavoratori perdevano la vita nella tragedia di Marcinelle; oggi, solo in Italia, ogni giorno sui luoghi di lavoro muoiono quattro persone. Cinquanta anni sono passati da quell’orribile evento, eppure ben poco sembra essere cambiato per lavoratrici e lavoratori: tragedie ieri, morti bianche oggi. Siamo stati a Marcinelle, abbiamo pianto quelle 262 vittime, ma abbiamo altresì espresso l’auspicio che nell’Europa che ci vede affratellati, il lavoro possa essere rispettato come il fondamento della civiltà non solo quando i lavoratori vengono ricordati come morti, ma anche quando sono vivi nella loro vita quotidiana". Questo il commento del Presidente della Camera dei deputati, Fausto Bertinotti, ex sindacalista che ben conosce i problemi di sicurezza sui posti di lavoro, nel suo messaggio di ieri per il 50mo della tragedia mineraria di Marcinelle, in Belgio. "La cronaca di ogni giorno, drammatica, seppur incomparabile con quella di Marcinelle, - ha aggiunto Bertinotti - ci dà la misura di quanto la politica, le Istituzioni, lo stesso mondo del lavoro, fino ai mezzi di informazione, debbano ancora operare per debellare la piaga intollerabile delle morti sul lavoro. È bene ricordare gli appelli del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a combattere gli omicidi bianchi, punta dell’iceberg del mancato rispetto delle Istituzioni per il lavoro. Quella di Marcinelle – aggiunge - è una tragedia su cui riflettere oggi e domani, una tragedia che chiama in causa il tema del rispetto dei diritti delle persone in una Europa che sta diventando sempre più terra di immigrazione". "La data dellּ agosto – conclude - oltre a ricordare le tante, troppe dolorose storie del lavoro italiano nel mondo, richiama con forza l’Istituzione parlamentare a mettere in atto ogni misura in grado di garantire pienamente la sicurezza sul lavoro e a preservare il valore del lavoro come principio fondante della Repubblica e punto di riferimento qualificante e inderogabile delle politiche del Paese". Patrizia Santangelo

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