Bertolaso: ''Raccontate cosa di buono si è fatto a L'Aquila''

Monito ai direttori tg

22 Giugno 2010   10:05  

Dopo il sindaco, e alla vigilia del'incontro di questa mattina , anche il capo della Protezione civile Guido Bertolaso invita i direttori dei giornali italiani a visitare L'Aquila, per verificare però che la città non è stata abbandonata. Il Sole 24 Ore pubblica oggi uno stralcio della lettera di Bertolaso  in cui Bertolaso ofre a ciascun invitato preziosi consigli: ''Una volta arrivato nel capoluogo abruzzese cerchi di allargare il Suo programma, non limitandolo solamente ad una visita del centro storico della città.

Rimarrà stupito nel constatare la quantità e la qualità delle opere realizzate in favore della popolazione abruzzese che, a mio modesto giudizio, rappresentano una realtà unica in tutto il mondo nella gestione di un'emergenza che ha colpito chirurgicamente il cuore di una città d'arte. Non mi sorprendo di quanto leggo dalle cronache che arrivano dalla città abruzzese, conosco bene il dramma che hanno vissuto e le difficoltà implicite a un percorso di ritorno alla normalità lungo e complesso.

Non Le sarà difficile ritrovare mie dichiarazioni sui tempi per la ricostruzione della città: feci una stima di 10 anni, a condizione che si continuasse a lavorare con lo stesso impegno e la stessa determinazione che ha scandito le nostre giornate in Abruzzo. Non fu una previsione priva di verifiche; d'altronde, anche in Umbria sono ancora in via di completamento le opere di ripristino dei centri storici a 13 anni dal terremoti. Su questa base, e con la consapevolezza che qualsiasi intervento sul centro dell'Aquila non sarebbe stato possibile se non supportato da una attività di progettazione complessa e di conseguenza dalla tempistica incerta, abbiamo fatto la scelta di dare ai cittadini abruzzesi colpiti dal terremoto le ormai «famigerate» Case antisismiche e villette di legno che ospiteranno per anni più che dignitosamente chi ha perso la propria casa.

Da parte dei rappresentanti della comunità locale, mi è sempre stato ribadito il concetto che la ricostruzione cosiddetta «pesante» fosse compito loro e che di questa attività avrebbero fatto un'occasione per far rinascere la città. Mi limito a constatare che gli stessi rappresentanti delle istituzioni locali, oggi, si scagliano con forza contro una sorta di immobilismo e di abbandono. Ora, limitarsi alle proteste e alla denuncia serve a poco, ciò di cui hanno bisogno gli aquilani e tutti gli abruzzesi che hanno vissuto il dramma del terremoto è la capacità di programmare e, soprattutto, progettare con l'obiettivo di riportare la città alla sua bellezza. Si cominci allora da ciò che la legge, e non le parole di qualche politico, garantisce per la ricostruzione, si prenda atto che c'è stato un terremoto devastante e chi tanto ha brigato per avere titolarità per le opere di ricostruzione, lavori per avviare questo percorso.''


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