Bertolaso agli aquilani, insieme fino al termine

06 Ottobre 2009   15:29  

A sei mesi dal terremoto del sei aprile il sottosegretario alla Protezione civile, Guido Bertolaso, ha scritto una lettera aperta agli aquilani, spiegando i suoi stati d'animo nel vivere questa esperienza, i suoi auspici per la gente che vive in questa terra e l'obiettivo finale da realizzare.

I sei mesi trascorsi, scrive Bertolaso, sono nello stesso tempo "un soffio per chi prepara progetti e li mette in atto e un'eternita' per chi aspetta una normalita' che sembra non arrivare mai, costretto a una vita da rifugiato". Dopo il terremoto, che "si installa come un ospite non voluto ed e' impossibile allontanare, nulla e' piu' come prima, niente lo sara' mai piu'".

Guardando al lavoro svolto nell'aquilano Bertolaso elenca i risultati e fa notare che "sono centinaia, dopo sei mesi, le famiglie che abitano case nuove e confortevoli, migliaia i ragazzi che hanno ripreso la scuola spesso in strutture realizzate a tempo di record e sono sempre meno coloro che ancora non hanno trovato una sistemazione buona almeno per l'inverno". "In sei mesi - prosegue il sottosegretario - l'Italia intera ha partecipato a realizzare, all'Aquila, strutture che in occasione di altri terremoti non si sono mai viste o hanno richiesto anni per essere completate.

L'Aquila e i comuni del cratere sono stati trasformati in un cantiere aperto giorno e notte per dare casa e servizi a un'intera citta' disastrata". E oggi, fa notare ancora, "i primi risultati si vedono, sono concreti, sono reali, ma la realta', che pure registra record assoluti di tempestivita' ed efficienza, sembra sempre in ritardo rispetto al tempo della nostra impazienza, della stanchezza che arriva alle ossa". Se Bertolaso ha deciso di scrivere agli aquilani e' perche' - dice nella lettera - "sono aquilano, sono terremotato, perche' vivo da quel giorno gli stati d'animo, le ansie e anche le speranze di chi vive qui, nelle condizioni che il sisma del 6 aprile ha disegnato". E da allora "il tempo, i giorni, sono sempre troppo pochi per arrivare a tutto, troppo lunghi perche' non si vede bene la fine del tunnel della precarieta' nel quale nessuno deve restare intrappolato".

Bertolaso assicura che "lo Stato c'era e c'e', che il terremoto non ha lasciato nessuno senza percorsi possibili verso un futuro vivibile". E oggi, chiarisce, "il nostro compito in Abruzzo non e' ancora finito, dobbiamo mettere in conto ancora giorni e giorni di lavoro senza badare alla fatica".

L'auspicio e' di "vedere il termine dell'attesa" e per Bertolaso "quel giorno e' vicino". Il sottosegretario assicura che proprio in vista di quel giorno lui restera' "qui, a condividere con quanti devono ancora pazientare. Il giorno in cui daremo una casa all'ultima famiglia che l'aspetta, potremo di nuovo imparare a vivere il tempo nella sua semplicita', considerandolo nostro amico".


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