Bimba dimenticata in auto: Il padre Lucio Petrizzi indagato per omicidio colposo senza dolo

22 Maggio 2011   14:33  

Omicidio colposo. E' questa l'ipotesi di reato a carico di Lucio Petrizzi, il docente universitario di 45 anni padre della piccola Elena, dimenticata in auto per 5 ore e morta ieri, dopo tre giorni di cure disperate, nel presidio materno-infantile Salesi di Ancona.

La qualificazione del reato potrebbe anche cambiare, e attenuarsi - lo deciderà la procura di Teramo - ma la notifica del conferimento dell'incarico per l'autopsia, consegnata ieri dalla polizia ai familiari della bambina e al padre, è l'atto standard che, in casi come questo, consente all'indagato e alle parti offese di nominare propri consulenti che li rappresentino in sede di esame autoptico.

Esame che si terrà entro martedì prossimo, nell'obitorio del polo ospedaliero di Torrette, dove la salma di Elena, che ha donato cuore, fegato e reni, è stata ricomposta. Il corpicino è a disposizione dell'autorità giudiziaria, e nessuno può vedere la bambina.

DOPO IL COLLOQUIO CON IL MAGISTRATO SI ALLEGGERISCE LA POSIZIONE DEL PADRE

Si alleggerisce la posizione giudiziaria di Lucio Petrizzi, il papà della piccola Elena morta ieri al Salesi. L'uomo è stato formalmente indagato per la prima volta soltanto ieri sera e per il reato di omicidio colposo, secondo quanto previsto dall'articolo 589 del codice penale.

Si è trattato della modificazione dell'iniziale ipotesi, informale, di abbandono di minore. Secondo quanto confermato dal sostituto procuratore Bruno Auriemma si tratta di reato meno grave di quello di abbandono di minore aggravato dalla morte (art. 591, 3° comma) di competenza della Corte d'Assise e che prevede da 3 a 8 anni di reclusione.

Lo stesso pm ha voluto sottolineare come il suo arrivo ad Ancona sia stato necessario per un colloquio con il padre della piccola, ai fini della valutazione dell'elemento soggettivo del reato, dell'esclusione del dolo e dunque per derubricare l'iniziale contestazione in quella di minore gravità.

"I medici hanno decretato la morte cerebrale della piccola alle 15 - ha detto il magistrato - e da quel momento è stata avviata l'osservazione prevista per legge, che avrebbe dovuto concludersi alle 21 ma che ha portato alle dichiarazione legale di morte alle 23 perché erano necessari altri adempimenti clinici tesi alla verifica del possibile espianto di organi che io stesso ho autorizzato dopo il consenso dei genitori".


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