Bimba dimenticata in auto: La madre assolve il padre, "lui padre esemplare"

21 Maggio 2011   21:46  

Quello che è successo a Lucio Petrizzi, il padre di Teramo che ha dimenticato in auto per cinque ore la figlia di 22 mesi, per la quale sono state avviate in serata ad Ancona le procedure per l'accertamento di morte, "può capitare ad ognuno di noi, perché non ci si ferma mai".

A parlare è una giovane donna bruna all'ottavo mese di gravidanza, Chiara Sciarrini, la mamma della piccola Elena. Circondata dai parenti più stretti, coccolata dai medici e dalle infermiere dell'ospedale Salesi, Chiara è al quinto piano del presidio materno-infantile di Ancona dove si trova la rianimazione.

Un luogo allegro e colorato, anche se lì ci sono i bambini ammalati più gravemente e che spesso non ce la fanno. Nello stesso reparto si trova anche Lucio Petrizzi, "che ora ha da fare" spiegano alcuni familiari. Dopo giorni intensi e dolorosi, Chiara ha voluto rilasciare una dichiarazione un po' per sciogliere l'assedio dei giornalisti e delle telecamere davanti all'ospedale.

Ma anche "per urlare al mondo intero l'amore del mio compagno verso la figlia". Lui "padre esemplare", non si fermava mai perché si preoccupava di me, della mia gravidanza e della piccola Elena... Tutto doveva essere perfetto e io non mi dovevo preoccupare. Lui doveva accompagnare Elena all'asilo e io rimanere a casa a riposare. E intorno a tutto questo c'era da pensare al lavoro, alle responsabilità, alla casa appena costruita...".

Poco fa è giunto anche il pm di Teramo Bruno Auriemma, perché non appena arriverà la dichiarazione ufficiale di morte (attesa per le 23:30), il reato per cui il docente universitario é indagato, abbandono di minore, dovrebbe cambiare in un'accusa più grave.

Ma - dice appassionatamente Chiara - "io non ho mai accusato Lucio e mai lo farò" perché lui "non è colpevole di niente". Elena - ricorda la mamma - adorava il suo papà, la sua prima parola è stata 'ba-ba'". Poi le lacrime, mentre Chiara ringrazia tutti coloro che hanno sostenuto lei e il marito in questi giorni drammatici, i medici di Ancona e Teramo, le psicologhe, l'Associazione Patronesse del Salesi, i parenti e gli amici. I genitori e alcune dottoresse le si stringono intorno.

Ai piani inferiori, tutti allegri e colorati perché il Salesi è l'"ospedaletto", il nosocomio dove i bambini vengono a nascere e a curarsi. Ci sono molti fiocchi rosa e celesti appesi alle porte. Sarà in uno simile a questi che Chiara potrà forse trovare un po' di consolazione.


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