Biondi sindaco Assente. Snobba i Martiri della Resistenza, ma Va su Instagram e Cita Dostoevskij

26 Aprile 2019   10:49  

Non si è fatto vedere, per il secondo anno, non si è fatto vedere.

Il sindaco Biondi anche quest'anno diserta il saluto d'onore ai martiri della resistenza che all'Aquila, a Filetto ad Onna ed in molti altri luoghi hanno dato la vita per la Patria e la Democrazia.

Così a far più rumore è, nuovamente, la sua assenza ed a poco vale il fatto che la fascia fosse portata da altri a testimoniare la vicinanza istituzionale, Biondi ha rotto più che un meccanismo questa volta.

D'altronde in piazza IX Martiri non lo aspettava nessuno e la voce di popolo, neanche troppo sopita, diceva: "che vi aspettate lo sanno tutti cos'è il sindaco", lasciando un sottinteso per puro rispetto, quello si, dell'istituzione.

Un vero peccato perchè in questo caso "l'ultimo" cittadino mentre cita Dostoevskij su Facebook e cura il suo nuovo e fiammante profilo su instagram dimentica che la possibilità di snobbare la memoria di quei ragazzi morti trucidati dai nazifascisti l'hanno conquistata questi ultimi con il sangue e non la di Lui propaganda.

Intanto in città erano anni che non si vedeva una partecipazione così viva e sentita nel ricordo e nella gratitudine verso quei ragazzi che persero la vita per donare a noi la nostra democrazia.

Ora mi chiedo e chiedo a tutte le persone di cultura e di valore delle quali ti sei accerchiato, che ci state a fare là, che ci state a fare?

Perchè sindaco tu hai giurato sulla Costituzione, hai giurato di proteggerla e rivendicarla ogni giorno, hai giurato sul massimo valore dell'antifascismo. Ora tu, in piena coscienza, puoi spiegarci perchè ieri non eri il primo della fila a rendere omaggio, a rendere onore?

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Infine vi lascio con le parole dell'ex assessore Piero di Stefano che condivido e sottoscrivo:

"Tu hai scelto di cimentarti nelle elezioni a sindaco, le hai vinte e ora porti a tracollo la fascia tricolore con lo stemma dell’Italia repubblicana. Ma prima ancora di indossare quella fascia hai dovuto giurare solennemente sulla Costituzione italiana.

Quella Carta non nasce a caso, ma reca l’impronta dell’Italia democratica, della guerra di Liberazione per renderla tale, delle vittime che costarono a questo Paese, delle violenze che subirono tante donne e uomini perché liberi volevano essere.

La Repubblica italiana ha scelto il 25 Aprile per celebrare ogni anno la Festa della Liberazione, perché questo Paese non cada nell’oblio, ma ricordi sempre la sua storia e quale grande prezzo ha pagato per essere un Paese libero.

È il secondo 25 Aprile che marchi visita, che deleghi al tuo vice di turno la rappresentanza municipale. È il secondo 25 Aprile del tuo mandato che prendi le distanze, sia fisica che istituzionale, che non stai lì, davanti al ricordo dei 9 Martiri aquilani, nella piazza a loro dedicata, né vai alla caserma Pasquali, dove vennero fucilati.

Giovani più di te, persero la vita per renderti libero. Non provarono la gioia di una famiglia perché degli assassini rubarono la loro vita.

Tu puoi pensarla come vuoi, ma sappi che il valore condiviso della Liberazione non si dovrebbe mai mettere in discussione: lo fanno le teste rasate del fanatismo da stadio, un uomo delle istituzioni è tale perché le rappresenta al di sopra del proprio credo."


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