Nel piccolo borgo abruzzese, la presentazione di 23 liste per le elezioni comunali solleva interrogativi sulla partecipazione e sulle motivazioni dietro le candidature.
Nel cuore del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, il comune di Bisegna, con i suoi 212 residenti, si prepara a un'inedita tornata elettorale. Per le consultazioni amministrative del 25 e 26 maggio 2025, sono state depositate ben 23 liste elettorali, un numero che ha attirato l'attenzione a livello nazionale.
Delle liste presentate, 21 sono riconducibili a agenti di polizia penitenziaria, i quali, candidandosi, possono beneficiare di un mese di aspettativa retribuita per la campagna elettorale, come previsto dalla normativa vigente per i membri delle forze armate. Le restanti due liste sono espressione di candidati locali effettivamente interessati alla guida del comune.
Questo fenomeno non è isolato: in precedenti tornate elettorali, si sono verificati casi simili in altri piccoli comuni, dove la presenza massiccia di candidati appartenenti alle forze dell'ordine ha sollevato discussioni sull'effettiva rappresentatività delle liste.
La comunità locale ha espresso preoccupazione per la difficoltà di esercitare il diritto di voto in modo consapevole, data la complessità della scheda elettorale e il numero elevato di candidati. Il Comitato Civico Ponte Giovenco ha sottolineato che "il numero di aspiranti consiglieri comunali supera il numero di elettori", sollevando interrogativi sulla reale garanzia del diritto costituzionale all'espressione del voto libero e democratico.
Nelle ultime elezioni amministrative, avevano votato circa 150 elettori. Con questa nuova tornata elettorale, si attende un coinvolgimento ancora più attivo della comunità, sebbene le dinamiche attuali possano influenzare la partecipazione.
Il caso di Bisegna solleva questioni più ampie sulla gestione delle candidature nei piccoli comuni e sulla necessità di regolamentazioni che garantiscano una rappresentanza autentica e funzionale alle esigenze delle comunità locali.