Bominaco: lo splendido borgo medioevale a pochi Km dall'Aquila

27 Febbraio 2012   11:24  

Bominaco è il luogo dove la devastazione ha salvato l'arte e la meraviglia.

Sito ad una trentina di km da L'Aquila, frazione di Caporciano, Bominaco è un piccolo borgo medioevale di circa 85 anime a circa 1000 metri di altezza dal livello del mare.

Anticamente fu scena del martirio di San Pellegrino (III-IV) che dalla Siria venne in Italia per predicare il cristianesimo.

Bominaco è uno dei paesi che nel 1254 contribuì alla fondazione della nuova città dell'Aquila voluta dal re Federico II di Svevia. Inseritosi successivamente nelle lotte per il dominio tra Angioini ed Aragonesi, nel 1423 Bominaco fu distrutto da Braccio di Montone come atto della secolare lotta tra gli abati del borgo ed i Vescovi che ne volevano avere il controllo.

La furia della devastazione, fortunatamente, lasciò intatte due tesori: la Chiesa di Santa Maria Assunta (XI-XII sec.) e l'oratorio San Pellegrino (XI-XII sec.) che nel medioevo facevano parte del complesso monastico di Momenaco, esistente sin dal X secolo. La chiesa di S. Maria Assunta è considerata una delle massime espressioni del romanico abruzzese, mentre l'oratorio di S. Pellegrino custodisce splendidi affreschi. Questa chiesa sembra sia stata edificata per volere di Carlo Magno, che qui sostò attorno all'anno 800 avendo in sogno l'apparizione del Santo, durante la sua discesa in Italia.

S.Maria Assunta, nascosta tra gli alberi poco fuori Bominaco, è contraddistinta da tre absidi ben visibili nella parte posteriore della chiesa, tra le più caratteristiche del tempo. L'interno è divisa in tre navate da sette arcate e conserva elementi di notevole pregio artistico: la cattedra, l'altare ed il ciborio, il candelabro pasquale, l'ambone e ciò che rimane dei preziosi affreschi.

L'oratorio di San Pellegrino, è una meraviglia per il vasto ciclo di affreschi datati intorno alla seconda metà del XIII secolo. Riservato alla liturgia dell'antico Monastero benedettino, presenta dipinti parietali, tutti anonimi, che rappresentano una pagina centrale nella storia dell'arte sacra abruzzese del basso medioevo. I temi prescelti sono tratti dall'Antico e dal Nuovo Testamento e rappresentano, in quattro cicli, episodi di storia sacra.

Un esterno pressoché grezzo, estremamente semplice, lascia spazio ad un interno sorprendente: 470 metri quadrati di affreschi che coprono per intero la volta e le pareti, per più di 470 metri quadrati. L'ambiente è diviso in due settori dai due "plutei" raffiguranti rispettivamente un drago ed un griffin. Come nelle prime chiese cristiane, le due zone erano riservate ai battezzati da una parte e ai catecumeni dall'altra.

Pregevole a Bominaco anche il Castello (XIII sec.) con la maestosa torre circolare di avvistamento (XV sec.) che domina il villaggio costruita a difesa del borgo dai Fioravanti, famiglia nella difesa di Bominaco dall'assedio di Fortebraccio, si distinse e che per questo ottenne dal Papa Martino V il patronato sull'abbazia di Bominaco.


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