Boom di turisti in Abruzzo: borghi da record, ma l’estate non basta più

01 Ottobre 2025   16:40  

La stagione turistica 2025 segna +10% di presenze in Abruzzo, con i borghi in crescita del 50%. Confcommercio chiede più programmazione e destagionalizzazione.

La stagione turistica estiva 2025 in Abruzzo si chiude con un bilancio positivo: secondo i dati dell’Osservatorio Turismo Confcommercio, le presenze complessive tra giugno e settembre sono aumentate di circa il 10% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il presidente di Confcommercio Abruzzo, Giammarco Giovannelli, invita alla prudenza: «Il dato medio regionale è incoraggiante, ma il territorio mostra risultati a macchia di leopardo. Serve una strategia condivisa pubblico-privato per rafforzare l’attrattività e la fruibilità della destinazione Abruzzo tutto l’anno».

Il vero exploit arriva dai borghi e dalle aree interne, trainate dal turismo en plein air, dalla gastronomia locale e dalle esperienze autentiche: in questi contesti si è registrata una crescita fino al 50% delle presenze rispetto al 2024. Un segnale che conferma il successo del turismo esperienziale, sostenuto anche dalle nuove politiche di promozione regionale.

Al contrario, il turismo balneare ha mostrato qualche difficoltà: la costa adriatica ha vissuto flessioni nei mesi centrali, soprattutto a luglio e nella prima parte di agosto, mentre ha beneficiato di un aumento in giugno e settembre, complice il calo dei prezzi e una maggiore offerta di short break. La permanenza media dei visitatori varia tra le 4 e le 7 notti, con una spesa complessiva stabile di circa 1.170 euro a persona per l’intera stagione.

Nel dettaglio, a giugno il budget medio si è attestato sui 650 euro, in luglio è salito a 820, raggiungendo il picco di 930 euro ad agosto, quando il 60% dei turisti ha optato per vacanze più lunghe. A settembre, la spesa si è stabilizzata intorno ai 750 euro, sostenuta da un buon numero di soggiorni brevi.

Sul fronte delle sistemazioni, il 21% dei pernottamenti ha riguardato hotel e il 17% bed & breakfast, mentre cresce la quota di affitti brevi (13%) e di soggiorni in seconde case o presso amici e parenti (14%).

«I dati confermano l’Abruzzo come una meta in crescita, ma la stagione concentrata in meno di cento giorni non garantisce una marginalità sostenibile per le imprese», ha ribadito Giovannelli. Per il presidente, la sfida è ora la destagionalizzazione: «Occorre investire in infrastrutture, mobilità, eventi culturali e turismo outdoor per rendere attrattivo il territorio anche nei mesi autunnali e primaverili».

Secondo Confcommercio, il potenziale del turismo esperienziale, che lega natura, cultura e prodotti tipici, potrebbe trasformarsi in un volano economico stabile, se sostenuto da una pianificazione coordinata e da strategie di marketing territoriale più incisive. L’Abruzzo, terra di borghi autentici, mare e montagna, ha tutte le carte in regola per diventare una destinazione quattro stagioni.


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