Branco di Tunisini Ubriachi Uccidono un Uomo e Violentano Più Volte la Giovane Compagna

03 Maggio 2015   07:22  

RAGUSA - La polizia li ha beccati e inchinati anche grazie al riconoscimento della donna di origini rumene che ha subito la violenza di gruppo e l'uccisione del compagno.

Lei è una giovane donna rumena, madre e compagna di Nicu Radicanu che il 26 aprile scorso ha assistito al barbaro omicidio del compagno, freddato a sprangate e poi subito numerose violenze sessuali dal branco di 4 tunisini arrestati ieri.
Loro sono Nizar Brahim 23 anni, Marouane Tebra, 27 anni, Anwari Tebra di 23 e Hamdi Boukhobna 24 anni, braccianti agricoli tunisini.

Sono accusati anche del sequestro di persona della donna.

È lei che ha raccontato la follia di quell'aggressione il 26 aprile scorso all'uscita della discoteca «Playa del Sol» a Scoglitti frazione marinara di Vittoria (Rg) quando col suo compagno si stavano dirigendo a piedi verso casa.

«Ci hanno assaliti alle spalle - ha detto - Un nord africano ha colpito Nicu e un altro mi ha tappato la bocca. Un altro uomo mi ha spogliato e poi a turno mi hanno violentata. Un quarto uomo dopo l'omicidio è scappato. Poi minacciandomi con una spranga di ferro mi hanno portato nuda vicino un casolare abbandonato nei pressi di una serra e lì mi hanno violentato di nuovo. Poi verso le 7 del mattino mi hanno abbandonata minacciandomi che se avessi denunciato le violenze mi avrebbero uccisa».

Le indagini condotte dalla polizia sono state serrate ed estenuanti, ma hanno portato al fermo di pericolosissimi criminali.

«Eravamo ubriachi - ha detto uno di loro - ci avevano fatto andare via dalla discoteca perchè molestavamo le donne presenti e non volevano risse, appena fuori dal locale uno di noi ha proposto di divertirci un pò con la donna rumena che era uscita poco prima con il compagno che era ubriaco pure lui». «Un altro ha detto: "Il mio amico ha preso una spranga staccandola dalla recinzione, io ho tirato giù per terra l'uomo e lui lo ha colpito, gli altri due hanno subito azzittito la donna spogliandola e iniziando a violentarla.

Lì non passava nessuno ma l'uomo era ancora vicino alla strada quindi in due lo abbiamo trascinato, ho sentito che respirava ancora quindi ho preso la spranga e l'ho colpito più volte, non ricordo quante, in testa. Poi sono andato dagli altri che stavano violentando la donna che li implorava di non ucciderla perchè aveva figli in Romania e sono fuggito per paura".

«È un risultato importantissimo quello raggiunto dalla Polizia di Stato, in quanto aver assicurato alla giustizia simili criminali, permette di scongiurare la paura di un branco che avrebbe potuto reiterare condotte criminali. Per la particolare gravità dei fatti, questi soggetti erano in grado di poter ripetere gli stessi reati senza comprenderne la portata». dice il dirigente della squadra mobile ragusana Antonino Ciavola.


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