Buona la prima di Allegri contro il suo passato. Nel segno della continuità con Conte

Per lui anche l'incoronazione di Marotta: "E' un vincente"

23 Settembre 2014   07:14  

Non poteva esserci ritorno più dolce a San Siro per Massimiliano Allegri, che da neo tecnico della Juventus è uscito vincitore dal big match di giornata contro il Milan grazie ad un guizzo del solito Carlitos Tevez.

Una vittoria importantissima ai fini della classifica e della sfida a distanza con le altre pretendenti allo scudetto (Roma su tutte), ma senza dubbio anche una grandissima soddisfazione personale per il tecnico livornese contro la società che lo esonerò lo scorso gennaio, e sulla cui panchina attualmente siede quel Filippo Inzaghi con il quale i rapporti non sembra siano mai stati propriamente idilliaci.

Nonostante Allegri abbia infatti glissato e minimizzato il valore "morale" della vittoria ("Ovvio che per me non avrebbe potuto essere una gara normale, ma ora alleno la Juve e non si è trattato di alcuna rivincita", le parole dell'allenatore bianconero nel dopo gara), è lecito immaginare che in cuor suo abbia goduto nell'essere tornato da San Siro con l'intera posta in palio, dimostrando di essere all'altezza della situazione e convincendo sempre più giorno dopo giorno un ambiente (nello specifico i tifosi) che lo aveva accolto con scetticismo.

Una conquista non da poco, considerando la pesantissima eredità lasciata dal suo predecessore Antonio Conte, che Allegri sta comunque accaparrandosi con la scelta, quanto mai pregna di buonsenso, di non stravolgere più di tanto i tatticismi e le peculiarità attidudinali acquisiti dai bianconeri durante l'era del tecnico salentino: 3-5-2. difesa di ferro e pressing a tutto campo.

Nel bene, ma anche nel male: volendo guardare ai dettagli, come in passato in Champions League la Vecchia Signora ha vinto ma non convinto del tutto, ed in tutte le sfide giocate sinora ha raccolto poco in termini di reti segnate rispetto a quanto prodotto in termini di gioco ed occasioni.

Il tempo per migliorare anche sotto questi aspetti, però, c'è tutto, anche perché la dirigenza è più che mai con lui. "Allegri non era né una scommessa né tantomeno uno sconosciuto, ma piuttosto è un vincente"- ha detto, quasi a titolo di investitura, Beppe Marotta - "e lo dimostra lo scudetto vinto al primo colpo con il Milan". Quale miglior incentivo per un degno prosieguo di stagione?

Lorenzo Ciccarelli


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