CAMBIO DIVISA: ASL LANCIANO VASTO CHIETI ANCORA CONDANNATA DALLA CORTE DI APPELLO DI L’AQUILA

05 Luglio 2014   15:09  

“Nuovo e fondamentale successo nel giudizio contro la ASL degli infermieri del P.O. di Chieti, iscritti all’O.S. Nursind di Chieti, che potranno pretendere la retribuzione del tempo divisa e degli arretrati” - afferma Enrico Del Villano – Segretario Provinciale del NurSind il più grande sindacato rappresentativo degli infermieri italiano.
“Con la recentissima sentenza del 3 luglio 2014, la Corte di Appello di L’Aquila, sezione lavoro, ha rigettato il ricorso proposto dalla ASL 2 Lanciano-Vasto-Chieti, confermando la sentenza di primo grado del Tribunale di Chieti, del 19 aprile 2013, che riconosceva il diritto dei 56 infermieri ricorrenti, tutti iscritti all’O.S. Nursind di Chieti e difesi dall’Avv. Vincenzo de Crescenzo del Foro di Vasto, alla retribuzione del tempo impiegato, prima e dopo ogni turno di lavoro, per il cosiddetto “cambio divisa”, pari alla durata complessiva di 15 minuti, condannando la ASL anche al rimborso delle somme arretrate.”
Continua il segretario – “Il Collegio giudicante ha, in sostanza, condiviso quanto dedotto ed eccepito dal difensore degli infermieri appellati, confermando che il cambio divisa, in quanto deve necessariamente eseguirsi all’interno degli spazi aziendali, dopo la timbratura del cartellino marcatempo, deve considerarsi un’attività svolta sotto il potere direttivo e disciplinare dell’Azienda datrice di lavoro, pertanto, è un’effettiva prestazione di lavoro, strumentale a quella principale dell’assistenza ai pazienti in reparto, ed il tempo impiegato deve essere retribuito.”
“Tale ulteriore riconoscimento costituisce un risultato fortemente voluto e perseguito dal Nursind di Chieti che, con la preziosa assistenza dell’Avv. Vincenzo de Crescenzo, suo legale di fiducia e specialista in diritto del lavoro, ha creduto e coinvolto i propri iscritti anche in altri ricorsi ancora pendenti dinanzi alle Autorità Giudiziarie competenti di tutto il territorio provinciale, per il riconoscimento di un diritto sacrosanto e indiscutibile, nonostante l’ostinato ed illegittimo diniego da sempre opposto dalla ASL.” - conclude Enrico Del Villano.


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