CGIL: le casette non basteranno per tutti

Altri problemi per gli aquilani nei prossimi mesi

04 Luglio 2009   11:55  

Secondo la Cgil dell'Aquila le casette antisismiche che sono in costruzione non basteranno ad ospitare tutti gli aquilani sfollati. Lo afferma in una nota il segretario provinciale della Cgil, Umberto Trasatti, segretario provinciale Cgil, che ieri ha partecipato ad un incontro con l'amministrazione comunale sulla questione. "L'incontro di ieri tra le organizzazioni sindacali e l’amministrazione comunale sui criteri di assegnazione degli alloggi provvisori- afferma - ha confermato che nei prossimi mesi le famiglie avranno problemi molto piu' seri di quelli che il governo e la Protezione civile vogliono far apparire. Mi riferisco in particolare al fatto che gli alloggi provvisori non basteranno, che le cosiddette casette saranno in numero assolutamente insufficiente rispetto al bisogno delle famiglie. Se i nuclei familiari sono 31.000, e se gli edifici di tipo A (con o senza lavori da fare), B e C sono poco piu' della meta' di quelli esistenti e verificati, restano da sistemare circa 15.000 famiglie con case D E F, che resteranno in albergo, affitteranno una casa, o andranno nelle casette prefabbricate che il governo e la Protezione civile stanno costruendo per 4.500 famiglie: 13-15 mila persone. A questo problema- secondo Trasatti - se ne aggiunge un altro, che riguarda la maggioranza degli aquilani con alloggi A B e C, che dovrebbero tornare a casa dopo aver fatto i lavori di riparazione. Si sono accorti, il governo e la Protezione civile - si chiede il segretario della Cgil - che in questa citta' i lavori di restauro e recupero degli edifici sono quasi inesistenti, e che i cantieri sono come mosche bianche? Succede per un motivo semplice, che tutti gli aquilani conoscono: per fare i lavori servono poche cose, ma molto precise: procedure semplici, tempistiche certe e non ultima la sicurezza delle risorse economiche che vengono messe a disposizione delle famiglie. C'e' qualcuno, tra i residenti e i tecnici, che ha capito con esattezza come interpretare decreti e atti? C’è qualche famiglia sicura di ottenere un contributo certo in tempi certi? Quante sono, come verranno spese e in quali tempi le risorse per le famiglie? E se una famiglia anticipa il denaro (e infatti quasi nessuna lo fa), come e quando gli verra' restituito? E le imprese, sono disposte ad aspettare i soldi del governo o finiranno col chiedere anticipi agli aquilani? Fatto e' - conclude - che i soldi non bastano, che le procedure burocratiche non sono chiare e che neppure la tempistica e' certa".

 


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