CONSIGLIO ABRUZZO: IN CENTINAIA AI CANCELLI PER PROTESTE VARIE

04 Marzo 2008   15:55  

Si annuncia "blindato" il Consiglio regionale straordinario di stamani i cui lavori dovevano iniziare alle 10 con due soli punti all´ordine del giorno.
Diverse centinaia di persone, infatti, sono assiepate all´esterno di palazzo dell´Emiciclo, che ha i cancelli chiusi, per manifestare, in particolare, contro il Centro Oli di Ortona (i manifestanti sono arrivati con 20 pullman).
Nutrita anche la delegazione di medici specializzandi che sollecitano l´aziendalizzazione entro il 2008. Proteste anche da parte degli abitanti di Sulmona contro l´ipotetica localizzazione di un inceneritore.
I pullman giunti a L´Aquila sono in tutto una trentina. Stando alle prime stime i manifestanti sarebbero complessivamente quasi un migliaio. Il Consiglio è chiamato ad esaminare i progetti di legge sui "provvedimenti urgenti a tutela della costa teatina" e sulla "Istituzione della riserva naturale guidata "Feudo", nel Comune di Ortona così da impedire l´insediamento del Centro Oli dell´Eni sul quale, però, il presidente della regione, Ottaviano Del Turco, ha sollecitato nuovi confronti e accertamenti.

Il personale medico e paramedico universitario ha manifestato oggi, di fronte all´Emiciclo, in occasione della riunione del Consiglio rfegionale, "il proprio dissenso per il recidivo rinvio del processo di aziendalizzazione università-ospedale, che avrebbe dovuto concludersi in questo periodo".
"Ne deriva - spiega una nota firmata dai medici specializzandi - univeristà dell´Aquila - un disagio per l´intera struttura sanitaria, venendo meno i requisiti minimi per un´adeguata formazione medica specialistica secondo le normative europee vigenti.
I medici specializzandi, che con la loro presenza nei reparti garantiscono gran parte dei servizi di assistenza, minacciano il blocco delle attività".


"Da stamattina il Consiglio regionale è assediato da centinaia di persone che legittimamente e comprensibilmente manifestano il proprio dissenso nei confronti di Del Turco e di una giunta incapace di risolvere i problemi e di affrontare l´ordinaria amministrazione".
Così Alfredo Castiglione, capogruppo di An in consiglio regionale, commenta le manifestazioni di lavoratori e sindaci che si stanno svolgendo nei pressi dell´Emiciclo.
"Il presidente della Regione, all´atto del suo insediamento - prosegue Castiglione - aveva solennemente promesso di portare ricchezza e finanziamenti in Abruzzo, è riuscito solo a portare immondizia e insediamenti insalubri, tanto da costringere la maggioranza di centrosinistra a tormentose retromarcie, come quella che oggi - ci auguriamo - si accinge a fare sul Centro Oli di Ortona.
Se Del Turco non avesse speso tutto il proprio amor proprio in una carriera politica giocata sul filo del compromesso e dell´opportunismo - conclude Castiglione - sarebbe lecito aspettarsi le dimissioni, ma pur di tirare a campare e tenersi incollato alla poltrona il presidente preferisce evidentemente seppellire ogni possibilità di riscatto della nostra regione".

E´ stata spostata alla fine dell´anno qualsiasi decisione sull´insediamento di un centro oli dell´Eni a Ortona.
Lo ha deciso il Consiglio regionale abruzzese che oggi, riunito in seduta straordinaria, ha approvato a maggioranza un progetto di legge emendato che prevede, tra l´altro, il superamento di una procedura definita di "Valutazione di impatto sanitario". "L´insediamento del Centro Oli ad Ortona è tecnicamente sospeso, ma il problema non è risolto". Così il consigliere regionale di An, Fabrizio Di Stefano, al termine della seduta ha commentato la decisione.
Di Stefano aveva proposto un ordine del giorno recante "Provvedimenti urgenti a tutela della costa teatina". "Un dato rimane certo - ha concluso Di Stefano - la maggioranza non ha assunto una posizione politica chiara attraverso un pronunciamento che non lasci spazio a dubbi. Il centro-sinistra ha così deciso di portare a dieci mesi la pausa elettorale, rinviando ogni decisione al primo gennaio dell´anno prossimo, per cui bisogna continuare a tenere alta la guardia evitando che sulla vicenda si spengano i riflettori".


(AGI)


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