Canottaggio, a Pechino in azzurro anche la brava Gaby Bascelli

L'atleta italo-sudafricana è di origine abruzzese

02 Luglio 2008   14:40  
Avrà i colori dell’Abruzzo il canottaggio italiano alle Olimpiadi di Pechino, oltre all’onore del portabandiera della squadra azzurra nella cerimonia d’apertura, con Antonio Rossi, tre volte campione del remo olimpico e mondiale. Con la nazionale olimpica quasi sicuramente sfilerà, con legittimo orgoglio e con la grazia della sua svettante bellezza, Gabriella Bascelli, promessa del canottaggio italiano, 26 anni, figlia d’un emigrato abruzzese in Sudafrica. Forte temperamento, tenacia e passione – l’indole abruzzese allo stato puro - fanno della splendida atleta appunto una promessa di questa dura ma entusiasmante disciplina sportiva. E Gabriella saprà recitare alla grande il suo ruolo. L’ha dimostrato due settimane fa a Poznan, in Polonia, nelle gare di qualificazione olimpica e di Coppa del Mondo che hanno vista impegnata la nazionale italiana. La Bascelli è stata superba, non solo per il secondo posto conquistato, ma per aver stravinto in un anno la gara più importante della vita. Così ha scritto una rivista sportiva: “In una settimana incandescente per il canottaggio italiano, tra qualificazioni olimpiche e terza prova di Coppa del Mondo, l'Infiltrato consegna la pagella ai cinque equipaggi in gara a Poznan. Gaby Bascelli. Voto: 9. Il 10 non si può dare perchè la perfezione non esiste, ma la nostra Gaby merita una valutazione altissima per il grande capolavoro compiuto nel giro di un anno passando dalla sedia a rotelle al trono di Poznan. Seconda dietro l'Australia, è un mix di eleganza, forza e temperamento: non si arrende mai e il bello deve ancora venire perchè a Pechino venderà carissima la pelle ”. Gabriella Bascelli è nata nel 1982 a Johannesburg da padre abruzzese e madre sudafricana. Liceo scientifico e poi l’università, le mancano solo pochi esami per la laurea in Scienze politiche. Affiliata da un decennio al Circolo Canottieri Lazio, ha percorso le tappe della carriera agonistica vincendo quasi tutto, in Italia, nelle categorie juniores, seniores e assoluti. In campo internazionale, nel 1998, fu vice campione del mondo juniores, confermandosi l’anno dopo con l’argento nei Campionati mondiali juniores. Detiene tuttora il record del mondo della categoria, realizzato nel 1999 a Plovdiv, in Bulgaria. Qualche giorno dopo, tornata in famiglia a Johannesburg, mentre usciva da un locale dopo una premiazione, venne colpita da un proiettile che le attraversò l’intestino, fermandosi nella testa del femore, per una sparatoria tra un buttafuori e un balordo. Un mese d’ospedale, con infezioni, arresti cardiaci e trasfusioni. I medici avevano escluso che potesse ancora fare sport. Gabriella, invece, vinse la prima gara più importante della sua vita. Con l’aiuto dei suoi e grazie al carattere tenace, tornò a remare con lusinghieri risultati. Terza nel 2003 nel doppio in Coppa del Mondo, a Siviglia, in coppia con Elisabetta Sancassani. Con la stessa atleta nel 2004 gareggiò anche ai Giochi Olimpici di Atene, piazzandosi ottava. L’anno scorso, dopo il Memorial D’Aloja a Piediluco che nel singolo l’aveva vista vincere alla grande contro agguerrite vogatrici straniere, il giorno successivo l’atleta subì un brutto incidente stradale, finendo sulla sedia a rotelle. Pian piano, con “testardo” cipiglio abruzzese, Gabriella ha vinto una volta ancora la gara della vita, recuperando forze e forma fisica, tornando ai remi con lena e passione. Ora, giustamente, sogna una medaglia ai Giochi olimpici di Pechino. Ne ha i presupposti e a lei l’auguriamo di cuore. Ma l’oro lei già l’ha saputo conquistare, uscendo vincente ben due volte dalle terribili prove vissute. Ora Gaby gareggia nel singolo, questa la sua specialità. Ma da qualche tempo un’altra Bascelli fa furore. E’ sua sorella Gisella, 21 anni.  Tre anni fa ad allenare le Bascelli sisters pensò uno dei nostri più forti singolisti di tutti tempi, il siciliano Giovanni Calabrese, cui il direttore tecnico azzurro Beppe De Capua aveva affidato il settore femminile nazionale. Impegnate con gli allenamenti quattro ore al giorno, per le due bellissime ragazze “afrikans” (1,85 d’altezza) ci sono anche gli studi da proseguire. Ma non è detto che in futuro non le potremo davvero vedere insieme nel doppio, magari ai prossimi mondiali e poi ai Giochi olimpici del 2012, “sorelle d’Italia” del remo che ci faranno sognare. Gabriella e Gisella sono l’orgoglio di Pino e Glenda, i loro genitori, e della comunità italiana in Sudafrica. Papà Giuseppe Bascelli, Pino per gli amici, è un abruzzese verace nato a Chieti nel 1949. Nel 1971, congedatosi dalla Marina militare dove era stato in servizio  nel “Reparto speciale incursori” sulla nave “Pietro Cavezzale”, parte per il Sud Africa, con l’intenzione di raggiungere Durban. Si ferma invece a Johannesburg, dove in tre giorni trova lavoro. Ingegnoso, caparbio e versatile, si dedica alla meccanica seguendo l’antica sua passione per i motori e la guida sportiva. C’è da dire che Pino Bascelli s’era formato a Milano, tra lavoro e studi: al mattino le moto (Bsa, Norton, Thriunph, Harley Davidson), al pomeriggio le auto all’Alfa Romeo Fogazzaro, alla sera scuola all’Istituto Tecnico “Feltrinelli”. Quindi, studio fino alla due di mattina, riposo fino alle sei, poi una nuova giornata. Appunto a Milano impara a guidare. Passione coltivata poi in Sudafrica, all’Alfa Romeo, dove da meccanico e preparatore passa al reparto Rallye e Racing, facendo vincere all’Alfa, nel ’73, l’unico Rallye internazionale con tutti i big di allora, con il primo e secondo posto conquistato dalle sue Alfette. Nel 1975, lasciata l’Alfa Romeo Sudafrica, Pino impianta Atc Tuning, centro meccanico specializzato, officina con banchi di prova potenza motori d’ogni tipo e chip tunings, nonché con attività di vendita, formazione e assistenza d’apparecchiature diagnostiche per auto moto e camion. Insomma, un centro all’avanguardia. E’ sposato con Glenda, commercialista sudafricana appena reduce da una seconda laurea. Le due figliole atlete hanno con il continente nero un legame molto forte, anche se è l’Italia che le intriga. “In Sudafrica la natura è più bella, ma la socialità dell’Italia è un’altra cosa” dice Gabriella. Certo, appena possono corrono in Sudafrica a riabbracciare mamma e papà, ma anche per far visita alla tomba di Giulio, il loro unico fratello, assassinato otto anni fa a un distributore di benzina da una gang che voleva rubargli l’auto. E’ l’altro volto del Sudafrica, meraviglioso Paese in grande crescita, e di Johannesburg, la bella metropoli immersa nel verde dove però si vive blindati. E’ purtroppo una città dalla pistola facile. Specchio d’un problema, quello della sicurezza, che la giovane democrazia sudafricana di Nelson Mandela, con tutta la buona volontà, non riesce ancora a risolvere. Goffredo Palmerini (Componente del Cram Regione Abruzzo)

Galleria Immagini

Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore