Cantieri infiniti ai piedi del Gran Sasso

20 Marzo 2007   14:29  
I Verdi chiedono alla magistratura di sequestrare l’area all´imbocco del traforo del Gran Sasso dove sorgono le case ex-Cogefar e di procedere alla bonifica immediata di quello che parecchi anni fa fu il cantiere dei lavori di realizzazione del traforo, oggi soltanto un arrugginito e malsano monumento all´incuria e ai tempi biblici della burocrazia italiana. " La vicenda delle casette ex Cogefar - spiega il presidente regionale dei verdi Mario Camilli - è vecchia. I Verdi hanno sempre chiesto in questi anni la bonifica e il ripristino ambientale dei siti interessati dai cantieri per i trafori. Lo abbiamo chiesto anche durante la battaglia contro il terzo traforo e con un buon argomento: tra i 100 miliardi di lire con i quali veniva finanziato il tunnel c’erano anche circa 10 miliardi per il ripristino ambientale". "Siamo convinti - agiunge Mario Camilli - che qualche denaro sia rimasto e che il commissario straordinario per la messa in sicurezza del sistema Gran Sasso abbia quindi non soltanto tutti i poteri per intervenire ma anche le risorse. In ogni caso, non si può non rimarcare la totale assenza da parte del Comune dell’Aquila di qualunque ancorché timida iniziativa per la bonifica del sito, pur sapendo alla perfezione delle risorse a disposizione. Si è preferito puntare sul traforo e non sull’ambiente. Suonare la grancassa sul cemento e tenere la sordina sull’amianto. Un bel malinteso modo di intendere la pubblica utilità". FT

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