Carcere e poesia. Domani a L´Aquila presentazione del libro di A

23 Marzo 2007   17:13  
Domani sabato 24 marzo alle ore 11,00 presso la Sala Celestiniana nel Complesso di Collemaggio sarà presentato a L’Aquila il libro "Lacrime di pietra" di Alfonso De Liquori. L´evento, promosso dalla cooperativa sociale Soledaria e dall´Assessorato alla formazione della Provincia dell’Aquila, trascende il significato più segnatamente letterario. Alfonso De Liquori, pescarese di 37 anni, ha trascorso molti anni della sua vita in carcere, "un luogo che era un non luogo – scrive l’autore - un tempo che non era nessun tempo, perchè non vivibile volontariamente". Le poesie raccolte in "Lacrime di pietra", oltre ad essere una testimonianza interiore di una giovinezza dietro le sbarre, rappresentano il compimento di un percorso di maturazione e di reinserimento sociale. De Liquori, che ha già vinto numerosi premi letterari, compreso il Laudomia Bonanni di L´Aquila, è oggi socio della cooperativa Soledaria, dove sta costruendo il suo futuro lavorativo e professionale, premessa non eludibile di una piena e definitiva riabilitazione e che rappresenta, o dovrebbe rappresentare, l´unico fine della pena detentiva. L´appuntamento di sabato 24 sarà l´occasione per riflettere, in termini più generali, sui percorsi in atto e possibili nella nostra Regione sul terreno dell’ inclusione sociale e lavorativa dei soggetti svantaggiati, categoria a cui appartengono, oltre agli ex-detenuti come De Liquori, anche i disabili fisici e psichiatrici. L´iniziativa è patrocinata da: Regione Abruzzo, Provincia dell´Aquila, Confindustria L´Aquila, Carispaq, Fondazione Carispaq, Camera di Commercio. Interverranno, oltre all´autore, personalità della politica, della cultura, della cooperazione sociale. "A me restava solo il sibilo dell´acqua che si affannava scorrendo nei tubi, il miagolio di un gatto vagabondo, unico residente libero di un sistema coercitivo che non risparmia nessuno, e poi i cardini che stridono e muoiono con uno schianto e un rumore di serrature perfette. Serrature che rumoreggiavano già prima che le potessi ascoltare io, e che saranno ancora là quando io non ci sarò più. Vi era una voce dentro di me, più solida di qualunque muro, la cui vibrazione avrebbe frantumato anche il migliore dei calcestruzzi. Solo quella...solo la voce. Niente altro mi era rimasto che potesse raggiungervi. Ascoltatela attraverso il vostro cuore e, forse, tutta questa vita vissuta ai margini di qualsiasi mondo possiblie non non sarà stata inutile". (Alfonso De Liquori)

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