Carozza sul futuro del Cgie. Determinante il ruolo dei parlamentari

12 Febbraio 2007   22:22  
"Non c’è alcuna tensione all’interno del Cgie né tanto meno all’interno del Ministero degli Affari Esteri". Questo il secco commento dell´abruzzese Elio Carozza, da pochi mesi Segretario Generale del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. La risposta di Carozza arrivata direttamente da Strasburgo dove il Segretario si è recato per partecipare alla riunione del Comitato di Presidenza, che si è chiusa sabato alla Farnesina, ed è chiaramente rivolta a fugare ogni dubbio sulle presunte voci di una crisi all´interno Cgie, nate nei giorni scorsi. Lo stesso Segretario ha voluto rimarcare che la "riunione del Comitato di Presidenza ne è la dimostrazione. Dopo un periodo di´congelamento´ dovuto non tanto a problemi politici quanto piuttosto giuridici, già in questo breve periodo di attività di rilancio del Cgie ci sono stati segnali molto positivi". Che i malumori di cui si è parlato siano semplicemente delle illazioni ha sottolineato Carozza, emerge dal "semplice fatto che, pur non essendoci il Vice Ministro Danieli, impegnato in Nigeria, il Governo ha assicurato la presenza di un sottosegretario, Craxi, così come già successo nella scorsa Plenaria, quando, in sostituzione dello stesso Vice Ministro che era dovuto partire per un’analoga delicatissima vicenda, fu presente il sottosegretario Crucianelli". Non solo, dunque, "il governo e il Ministero hanno assicurato una presenza assidua, contrariamente al passato, tanto in CdP quanto in Plenaria". Per la prima volta alla riunione del Comitato di Presidenza hanno partecipato anche i parlamentari eletti all’estero, di maggioranza e di opposizione, così come confermato da Carozza "Ce n’erano 13 su 18 ed insieme, governo, parlamentari e CdP, abbiamo convenuto sulla necessità di mantenere e rilanciare, riformandolo naturalmente alla luce dei cambiamenti che ci sono stati, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero". Insieme, ha proseguito Elio Carozza, "abbiamo anche concordato un percorso di riforma del Cgie. Dovremo lavorare nei prossimi due mesi, sino all’Assemblea Plenaria che si terrà nella seconda settimana di maggio - ha precisato il Segreatario Generale - per poter poi consegnare tanto al governo quanto al parlamento un eventuale progetto di riforma del Consiglio Generale stesso". Anche questo, ha sottolineato Carozza, dimostra "un interesse da parte tanto del governo quanto dei deputati e dei senatori eletti all’estero, oltre che del soggetto direttamente interessato, a far sì che il Cgie possa assumere a breve un altro ruolo adatto alla situazione che si presenta oggi". Per Carozza questo costituisce un traguardo "di non poco conto, visto tutto ciò che si è detto in questi ultimi tempi". Il Segretario ha inoltre precisato che una bozza di documento preparata dalla Commissione Diritti Civili, Politici e Partecipazione esiste già e sarà ora sottoposta all’attenzione delle Commissioni Continentali, per poi giungere ad una "sintesi" in Assemblea Plenaria. Nel frattempo proseguirà il "confronto" con le istituzioni e in modo particolare con i 18 parlamentari eletti all’estero, perché la "volontà comune di affidare un nuovo ruolo al Cgie" c’è, è fuor di dubbio. Oltre alla terza Commissione tematica, si è riunita nelle scorse settimane anche la Commissione Stato-Regioni-Cgie e a maggio, ha annunciato Carozza, proprio in occasione della Plenaria, si terrà anche il primo seminario sulla riforma dello Stato. Se n’è discusso in Comitato di Presidenza, con l’intenzione di "dare concretezza alle indicazioni emerse dall’Assemblea Permanente Stato–Regioni–Cgie". Patrizia Santangelo

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