Casa dello studente, un pilastro mancante la causa del crollo

05 Gennaio 2010   12:45  

Sarebbe la mancanza di un pilastro la causa del crollo della Casa dello studente di Via XX Settembre, dove la notte del sei aprile sono morti otto ragazzi.

“L’ala nord collassata – si legge nella perizia all'esame dei magistrati - non aveva un pilastro, presente invece in altri punti corrispondenti dell’edificio, che invece hanno retto”.

Insomma, a provocare le morti è stato l'uomo e non la natura: ne sono convinti Francesco Benedettini e Antonello Salvatori, i due principali consulenti della Procura della Repubblica. Anzi, la scossa viene giudicata “di magnitudo moderata” dalle valutazioni fatte dai sismologi inserite all'interno della perizia.

La teoria della colonna mancante alla base del crollo è inoltre avvalorata dal fatto che le altre due ali dell’edificio non sono crollate e dal confronto con il panorama edilizio circostante e delle sue condizioni dopo il sisma.

Oltre la mancanza del pilastro, ad ogni modo, sono cinque, in tutto, le motivazioni del crollo:
-“il progettista non ha previsto in alcuna parte dell’edificio un sistema resistente adatto a sopportare azioni orizzontali provenienti da tutte le direzioni”;
-“l’impresa esecutrice non ha disposto le staffe di armatura dei pilastri all’interno dei nodi della struttura secondo quanto previsto dal progetto”;
-“il calcestruzzo usato appare fortemente disomogeneo da potersi definire scadente e in complesso di qualità inferiore rispetto alle specifiche progettuali;
-”dopo la realizzazione dell’edificio nessuno ha mai chiesto o fatto lavori di adeguamento funzionale che riguardassero le strutture, anche quando cambiava la destinazione di uso da civile abitazione a residenza universitaria”;
-”ci sono danni alle strutture causati da cattiva posa in opera degli impianti termici, idrici ed elettrici”.

Poi, si affronta anche l'aspetto geologico: “pur condividendo l’affermazione generale per la quale in corrispondenza dei sedimenti alluvionali del fiume Aterno si possono attendere rilevanti fattori di amplificazione del sisma - scrivono i periti - si ritiene di poter ragionevolmente escludere che tali fattori possano avere riguardato il sito della Casa dello studente in quanto l’area in questione non si trova su sedimenti alluvionali come dimostra l’esito del sondaggio. Inoltre si sottolinea ancora una volta come le altre due ali del palazzo e gli edifici adiacenti non sono crollati”.

Riguardo l'originale progetto del 1965, si indicano una “progettazione carente nei contenuti e caratterizzata da errori e omissioni. Tra le altre cose il progettista non prevede un sistema resistente alle azioni sismiche disposto in maniera da applicare a tutte le direzioni come prevista dalla normativa vigente all’epoca”.

Non mancano responsabilità anche nelle fasi di ristrutturazione: “durante le fasi di adeguamento funzionale tutte le lacune strutturali non sono mai state oggetto di valutazione da parte dei responsabili delle varie amministrazioni dello stabile, dei vari progettisti, dei direttori dei lavori, etc. Anche le modifiche alle configurazioni di peso dell’edificio (nuovi tramezzi o pannelli solari) non sono stati oggetto di alcuna minima considerazione sul loro impatto”.

I periti ritengono ci siano state negligenze anche in occasione della manutenzione ordinaria: “nei passaggi di proprietà dell’edificio – scrivono i periti - non risulta essere mai stato chiesto o eseguito alcun controllo atto ad avere cognizione delle capacità di resistenza dell’edificio ai carichi. L’edificio, che già nasceva con una concezione poco adatta alla resistenza al terremoto, tale è rimasto anche dopo il passaggio di proprietà quando è stato utilizzato come struttura per studenti». I periti fanno anche un’altra valutazione: gli edifici crollati all’Aquila in occasione del terremoto sono meno dell’uno per cento del totale.

A lavoro ora la difesa, i legali degli indagati stanno preparando le loro memorie il cui termine di presentazione scadrà tra 10 giorni.


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