Case popolari, dopo due anni ricostruzione al palo. Rapagnà attacca il Consiglio regionale

03 Novembre 2011   12:06  

"La Conferenza dei Capigruppo del Consiglio regionale, ancora una volta negli ultimi due anni, non ha accolto la richiesta di inserire all'ordine del giorno la discussione e l'approvazione di una 'Legge regionale ad hoc' per la ricostruzione 'leggera e pesante' e sulla 'urgentissima' messa in sicurezza antisismica della edilizia residenziale pubblica, dentro e fuori il cratere". A tornare nuovamente sull'argomento e' l'ex deputato Pio Rapagna', coordinatore del 'Mia Casa d'Abruzzo'.

L'associazione chiede al Consiglio regionale di "intervenire, con un atto legislativo di indirizzo e di controllo, a sostegno della ricostruzione, che tantissime famiglie ancora sfollate attendono con ansia e sempre maggiore preoccupazione".

"Perche' - si chiede Rapagna' - il Consiglio regionale non interviene a sostegno della riparazione, ricostruzione e messa in sicurezza antisismica degli alloggi pubblici delle ATER, del Comune dell'Aquila e degli altri tantissimi Comuni dentro e fuori il cratere? In pochi mesi - osserva - si sarebbe potuto riconsegnare a molte famiglie assegnatarie di alloggi ATER, del Comune dell'Aquila e della Provincia, un'abitazione stabile e sicura: solo un deludente 15 % delle famiglie assegnatarie degli alloggi pubblici hanno potuto fare ritorno nelle loro abitazioni".

L'ex parlamentare ricorda che sono "oltre 4.000 gli alloggi pubblici che dovrebbero pero' essere prima ricostruiti, recuperati e messi in sicurezza dei quali circa 2.945 nel Comune di L'Aquila e nei Comuni di Avezzano e della Marsica e nei Comuni di Sulmona e della Valle Peligna. Proprio in Abruzzo dobbiamo vigilare piu' degli altri e in modo particolare su come verranno utilizzati, dal Governo, dalla Regione e dai Comuni, i fondi pubblici del 'Piano Casa' e della ricostruzione".

Rapagna' chiede che "tutte le autorita' competenti rendano pubbliche e trasparenti le carte e informino i cittadini su come stanno effettivamente le cose, poiche' il patrimonio abitativo pubblico della nostra Regione, con le dismissioni degli immobili pubblici previste dal Governo per la riduzione dell'enorme debito pubblico, verra' messo in vendita cosi' com'e', pur essendo stato, in una sua parte molto significativa, pesantemente danneggiato dal terremoto, non ancora riparato, consolidato, ricostruito e messo in sicurezza".


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