Caso D'Alfonso: interrogato il dirigente Leombroni

29 Dicembre 2008   12:17  

ORE 13.50  Leombroni, accusato di corruzione, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Uno dei suoi legali, Lino Sciampra, ha spiegato che la scelta di non rispondere alle domande del magistrato è momentanea: il suo assistito è stato convocato solo pochi giorni fa in Procura e non ha ancora potuto ricostruire i passaggi tecnici delle procedure relative al project financing per i cimiteri, risalenti al 2004. L'avvocato ha aggiunto che una nuova audizione davanti al pm Varone sarà fissata dopo il 10 gennaio 2009. 

ORE 12.00 -     ll sostituto Gennaro Varone sta ascoltando, presso la Procura di Pescara, l'ex dirigente del Comune Giampiero Leombroni, uno degli oltre 30 indagati nell'inchiesta che ha condotto agli arresti domiciliari, dal 15 al 24 dicembre, il sindaco del capoluogo adriatico, Luciano D'Alfonso. Leombroni, che è accompagnato dal suo legale, curò le procedure per l'appalto delle aree di risulta dell'ex stazione ferroviaria e il project financing per la gestione dei cimiteri di Pescara.

D'ALFONSO, NON RITIRARE LE DIMISSIONI
Afferma l'ex segretario provinciale di Rifondazione Comunista e presidente dell'Aret Giulio Petrilli: "Non condivido l’idea che D'Alfonso debba fare un passo indietro, i passi indietro vanno fatti quando c’è una sentenza di condanna, un arresto in flagranza di reato. Attenzione che di questo passo si arriva a pretendere le dimissioni da incarichi anche in presenza di un semplice avviso di garanzia o anche di un rinvio a giudizio a piede libero. Il problema morale esiste ed è forte ma non va affrontato con logiche emergenzialiste.
Abbiamo avuto in questi ultimi mesi due casi giudiziari forti nella nostra regione: il caso Del Turco e il caso D’Alfonso. Sul caso Del Turco subito dopo gli arresti i magistrati dissero che avevano delle prove inconfutabili e inattaccabili; un mese fa scopriamo che c’è da parte della procura una proroga per le indagini di altri mesi, questo denota quantomeno la necessità di trovare riscontri alle accuse di Vincenzo Angelini. Dobbiamo desumere che per il momento le accuse si reggono sulle dichiarazioni di Angelini.
Sul caso di Luciano D’Alfonso c’è un mandato di cattura che sembra inizialmente essere stato emesso su dei riscontri oggettivi, che vengono meno nei giorni successivi. Rispetto a queste vicende giudiziarie, non si tratta di fare il tifo per i magistrati o per gli accusati, si tratta semplicemente dopo l’emissione di mandati di cattura dell’obbligatorietà da parte della procura di Pescara di accelerare al massimo la data dei processi.
 Perché i mandati di cattura comportano tante cose: l’immagine delle persone coinvolte, il ritorno alle urne, spesso di sentenze anticipate ecco proprio per questo vorrei che Luciano D’Alfonso ritirasse le sue dimissioni. Si, perché il mandato di cattura cambia la vita delle persone e D’Alfonso ha diritto di proclamarsi innocente, recuperare la propria serenità seguitando a stare al suo posto e attendere la sentenza."

COMIZIO DI CAPODANNO PER D'ALFONSO: MEGLIO DI NO...

"Escluderei decisamente che Luciano D'Alfonso possa tenere un comizio la sera di Capodanno in Piazza Salotto". CosÏ Enzo Del Vecchio, consigliere comunale (Pd) delegato all'urbanistica, e in queste ore oltre che amico anche 'portavoce' degli umori dell'ex sindaco di Pescara finito nell'inchiesta della magistratura pescarese. L'ipotesi di un D'Alfonso sul palco a parlare alla gente la sera del 31 dicembre circolava da qualche giorno, ma come ha puntualizzato Del Vecchio "Non può succedere, primo perchè non è più sindaco, si è dimesso - quindi non avrebbe i titoli per farlo - secondo perchè non è opportuno...". Il Gip De Ninis aveva infatti revocato gli arresti domiciliari a Luciano D'Alfonso ricordando proprio che erano state le sue dimissioni da sindaco di Pescara a far cadere i motivi della costrizione, essendo venuti meno i presupposti di inquinamento delle prove a suo carico. "Luciano ha molta rabbia in corpo - continua Del Vecchio, da anni al fianco di D'Alfonso - fosse per lui magari si farebbe anche vedere in piazza, ma non è lì che potranno essere risolte le sue questioni giudiziarie - continua l'amico consigliere comunale - so che la famiglia in quelle ore lo vorrebbe altrove, ma farsi vedere dalla gente, semmai verrà deciso all'ultim'ora". Quanto alle voci di una possibile intenzione di ritiro delle dimissioni da sindaco entro il 5 gennaio, data del commissariamento del Comune di Pescara, Enzo Del Vecchio ha le idee chiare: "E' una situazione che si risolverà da sola - in senso positivo - non serve forzare la mano, le parole del Gip parlano chiaro - afferma - Un conto Ë la volontà personale, anche per le manifestazioni popolari che non possono non essere considerate, un altro è la considerazione globale dei fatti".


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