Caso Orlandi, "trattativa riservata Vaticano-procura Roma"

09 Novembre 2017   11:58  

Una "trattativa riservatissima tra Vaticano e procura di Roma" per chiudere definitivamente il caso Emanuela Orlandi, cittadina vaticana figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia che il 22 giugno 1983 sparì in circostanze misteriose a 15 anni. La ipotizza il giornalista Gianluigi Nuzzi nel nuovo libro inchiesta 'Peccato originale' (edizioni Chiarelettere) che esce oggi.

"Una storia che preoccupava Benedetto XVI - scrive Nuzzi - tanto da spingere la Santa Sede ad aprire, negli ultimi due anni del suo pontificato, un dialogo segreto, una 'trattativa' con la procura di Roma. Un caso che ha visto l'interesse anche di papa Francesco, con la richiesta di approfondimenti affidata al suo primo collaboratore, il segretario di Stato Pietro Parolin".

CAPALDO - "A partire dal novembre del 2011 - scrive il giornalista - dai sacri palazzi arriva dalla magistratura italiana un concreto segnale di dialogo sul caso Orlandi". Nuzzi parla di una trattativa riservata tra i vertici della magistratura romana e gli alti prelati che fecero sapere al procuratore Giancarlo Capaldo, che da anni indagava sulla scomparsa della Orlandi, del loro imbarazzo per la crescente "tensione massmediatica" a causa della presenza nei sotterranei di sant'Apollinare della tomba di Enrico De Pedis, il boss della banda della Magliana, sospettato d’aver avuto un ruolo centrale nella sparizione della ragazza e sepolto lì in cambio di una donazione.

DE PEDIS - Gianluigi Nuzzi riparte dal finale del film di Roberto Faenza 'La verità sta in cielo' per spiegare che il "disagio per sospetti e pettegolezzi" era tale che se i giudici avessero preso l'iniziativa di rimuovere loro la salma, il Vaticano avrebbe fornito tutto ciò che sapeva: "Da una parte una verità clamorosa, sebbene parziale su Emanuela Orlandi: non la rivelazione degli autori dell'omicidio ma informazioni utili per recuperare i resti del corpo. In cambio la chiusura del capitolo De Pedis, così scomodo per la Santa Sede, con il successivo spostamento della tomba per iniziativa giudiziaria della capitale. La 'trattativa', dopo la traslazione della salma e l’esame di 409 cassette e 52.188 ossa umane per cercare eventuali tracce della Orlandi, salta.

PAPA LUCIANI - "Ogni volta che si è intravisto uno spiraglio, subito è stato violentemente rinchiuso, impedendo di arrivare alla verità e lasciando a pochi la conoscenza di quanto accaduto. Una conoscenza che, come spesso accade in Vaticano, rimane un'arma carica senza sicura, pronta a essere adoperata per pressioni, ricatti e altre violenze. Deve'essere stata esattamente questa la situazione - scrive Nuzzi - in cui si trovò Albino Luciani, quando venne eletto papa, pochi anni prima che Emanuela Orlandi sparisse. Giovanni Paolo I fu fortemente scosso dalla scoperta di come i mercanti avessero ormai occupato il tempio. Una verità troppo scomoda per essere rivelata".


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