Catena si spezza e se ne va. La gioia di Acerbo e dei suoi nemici

Si apre un nuovo ciclo (idrico integrato)?

18 Dicembre 2008   10:37  

Il contestatissimo presidente dell 'Aca Bruno Catena, ex -uomo forte del Partito democratico , si dimette e invia alla stampa, che aveva più volte minacciato  di querela, un 'appassionata lettera di addio:

" In linea generale - scrive Catena il cumulo di falsita' e menzogne di cui e' stata oggetto l'ACA Spa e la mia persona, hanno un peso che le mie spalle non riescono piu' a sopportare Tra le tante vicende che hanno caratterizzato il mio periodo di gestione, tre mi hanno particolarmente ferito: la prima e piu' antica e' quella relativa all'inquinamento a Casalincontrada (Chieti), per la quale, nel 2006 ho ricevuto un avviso di garanzia a cui fu dato grande rilievo sugli Organi di informazione. Quando lo scorso 11 dicembre il Tribunale di Chieti (giudice Spiniello) mi ha assolto con la formula piu' ampia, nessun organo di informazione ha dato un risalto alla notizia anche solo paragonabile a quello dell'originaria accusa. La seconda - prosegue Catena -, la piu' nota e grave, concerne la qualita' dell'acqua erogata dall'Aca Spa. Nel maggio 2007, dopo una campagna di stampa tutta basata su un'analisi condotta in forma privata e non controllabile, sostenuta da chi, nella paura e nell'allarme sociale trova ruolo e spazio, sono stato raggiunto da un avviso di garanzia con il quale, in buona sostanza, mi si accusava di essere un avvelenatore. Una corposa quantita' di analisi e controlli tutti pubblici e certificati svolti negli anni, mi consente di affermare con assoluta certezza che mai, e quando dico mai significa neanche per un attimo, gli utenti serviti dall'ACA spa, hanno bevuto un'acqua non rispettosa dei parametri di Legge. Tali dati e documenti, sempre resi noti - secondo Catena - hanno avuto uno scarsissimo rilievo, mentre altre interpretazioni sono state oggetto di forte attenzione mediatica
"La terza - prosegue ancora Catena -, la piu' recente e', a mio modo di vedere, la piu' incredibile. Dopo enormi pressioni da parte del Comune di Montesilvano, il primo aprile 2008 l'ACA Spa ha preso in consegna il depuratore consortile di Via Tamigi. Preventivamente pero' e' stato redatto un copioso verbale, con approfondita relazione tecnica e fotografica, che ha accertato lo stato di assoluta inefficienza e abbandono in cui versava l'impianto di depurazione, con gravi conseguenze sull'ambiente e sulla salute pubblica. Tale relazione e' stata immediatamente trasmessa a tutti gli Enti ed Organi competenti, compresa la Provincia di Pescara, la Procura della Repubblica e il Corpo Forestale dello Stato. A seguito delle carenze riscontrate, l'ACA spa, ha elaborato immediatamente un progetto da svolgere in due fasi. Nella prima - spiega Catena - sono stati previsti interventi per far fronte all'emergenza e nell'altra (attualmente in corso) erano state inserite opere che consentivano un ampliamento della capacita' depurativa dell'impianto in termini di abitanti equivalenti. La cattiva gestione precedente era gia' ampiamente nota. Infatti si erano registrati, sin dal 2007, reiterati e plurimi superamenti dei limiti di Legge, e proprio per quei superamenti il 14 aprile 2008 (ossia tredici giorni dopo il passaggio di consegna all'ACA), la Provincia di Pescara ha revocato al Considan (precedente Gestore), e non all'Aca Spa, l'autorizzazione allo scarico. L'ACA, intanto, si e' messa subito al lavoro e il 19.7.2008 (108 giorni dopo la presa in consegna) sono state collaudate e sono entrate in funzione le opere previste nella prima fase degli interventi. La qualita' del refluo e' migliorata immediatamente come accertato dalle analisi dell'ARTA, ed e' rientrata definitivamente nei parametri sin dal settembre scorso. Ora sono in corso le attivita' relative alla seconda fase che metteranno definitivamente in sicurezza l'impianto con entrata in funzione prevista per il prossimo mese di febbraio 2009 (dieci mesi dopo la presa in consegna). Rispetto a quanto sopra - conclude Catena - non mi aspettavo complimenti, avendo fatto solo il mio dovere, ma ancor meno pensavo di ricevere, lo scorso 19 novembre, un avviso di garanzia con sequestro dell'impianto peraltro a quella data perfettamente e stabilmente efficiente".

Il primo commento alla notizia arriva da Maurizio Acerbo, neo-consigliere del Prc, suo acerrimo nemico, insieme al Wwf e qualche decina di migliaia di utenti della costa che hanno subito molti disagi per quanto riguarda la fornitura di acqua potabile:


"Le dimissioni di Bruno Catena - scrive Acerbo - da presidente dell'Aca sono tardive e non certo credibili nelle motivazioni. Le precise accuse che abbiamo mosso nei confronti di Catena, e anche dei suoi predecessori e sodali del partito dell'acqua, sono di lunga data.  Catena avrebbe dovuto avere il buon gusto di dimettersi nell'estate del 2007 - ha spiegato Acerbo - quando i consigli comunali di Pescara, Montesilvano e Chieti approvarono a larghissima maggioranza ordini del giorno in cui si chiedeva la rimozione dei vertici di Aca e Ato. Catena non aveva sentito la necessità di dimettersi neanche dopo aver ricevuto l'avviso di conclusione indagini per la vicenda dell'erogazione di acqua contaminata da sostanze pericolose per la salute umana. E inutile che rivesta i panni della vittima". "Non conosciamo - ha aggiunto - le motivazioni quindi di questo ravvedimento, ma meglio tardi che mai. Appare evidente che sta franando un sistema di potere costruito su modalità di gestione della cosa pubblica non condivisibili. Le dimissioni di Catena sono il risultato di anni di battaglie del Prc e degli ambientalisti che hanno posto all'attenzione dell'opinione pubblica la gestione assai disinvolta dell'Aca e dell'Ato. Secondo Acerbo "sarebbe bene che si dimettessero anche il resto del cda Aca e, soprattutto, che lasciassero il proprio posto gli esponenti politici di centrodestra e centrosinistra assunti, senza concorso, presso l'Aca spa".

Cosi invece  Dante Caserta presidente del Wwf Abruzzo

"Quando emerse in tutta la sua gravita' lo scandalo dei pozzi Sant'Angelo inquinati chiedemmo le dimissioni di Bruno Catena. Non era per le vicende giudiziarie, che sarebbe intervenute successivamente, ma per la volonta' del Presidente dell'Acquedotto di negare ai cittadini l'evidenza di atti che dimostravano come, fin dal 2004, gli Enti pubblici erano a conoscenza della grave situazione di inquinamento, facendo venire meno il diritto dei cittadini alla trasparenza su una questione basilare come quella della salute".  "Solo grazie alla nostra azione - prosegue Caserta - i cittadini hanno potuto scoprire come i pozzi inquinati erano gia' stati chiusi una volta nel 2005 per inquinamento; che le analisi dell'ARTA da anni presentavano valori altissimi di diverse sostanze tossiche; che si miscelava l'acqua di diversa provenienza per diluire gli inquinanti presenti; che i filtri a carbone attivo montati sui pozzi erano inefficaci e peggioravano addirittura la situazione aumentando la concentrazione del Tetracloruro di carbonio. Catena continua a ripetere che tutto si baserebbe su un'unica analisi condotta privatamente dal WWF: in realta', da due anni abbiamo divulgato documenti ufficiali, alcuni dei quali dell'ACA stessa, che ammettevano l'inquinamento dei pozzi. Per l'ennesima volta - dice ancora Caserta - dobbiamo richiamare l'autorevole parere dell'Istituto Superiore di Sanita' che ha dichiarato che l'acqua non era idonea al consumo umano. Chiunque puo' verificare come l'Istituto Superiore di Sanita' abbia basato il suo parere sulle analisi ufficiali dell'ARTA che erano state prodotte negli anni precedenti. Basta voler leggere il parere dell'Istituto per verificare come esso richiami testualmente anche l'inefficacia dei filtri, cosa che si sa solo grazie alle analisi ufficiali dell'ARTA. Si chiude ora un ciclo: i nostri amministratori - conclude Caserta - hanno la possibilita' di ripartire in maniera nuova, improntando la gestione dell'acqua su criteri di trasparenza, partecipazione e sostenibilita', sia ambientale che economica

 

BRUNO CATENA STORY

Un articolo del quotidiano Il Centro del maggio 2008:

Dopo poco più di un anno dalla scoperta della discarica di Bussi e poco meno di 12 mesi dallo scoppio dello scandalo dell'acqua inquinata arriva il primo atto importante e pubblico della procura di Pescara che ha inviato nei giorni scorsi 33 avvisi di garanzia. I reati contestati sono avvelenamento delle acque, disastro doloso, commercio di sostanze contraffatte ed adulterate, delitti colposi contro la salute pubblica, turbata libertà degli incanti e truffa.

Gli avvisi di garanzia -che consistono nella comunicazione agli indagati di essere sotto accertamento della magistratura- metteranno in condizione i presunti responsabili di compiere i primi atti difensivi e, dunque, di conoscere nel dettaglio le prove raccolte in molti mesi di indagine.

L'operazione della Procura, coordinata dal pm Aldo Aceto, ruota attorno alle responsabilità che hanno portato alla creazione di quella che è stata definita la «discarica tossica più grande d'Europa» (nel silenzio pressocchè totale di istituzioni e cittadini) e sulla scoperta nel 2004 (ma resa pubblica solo nel 2007) di veleni contenuti nell'acqua degli acquedotti gestiti dall'Aca.

Il sito, scoperto lo scorso anno dal Corpo delle Guardie Forestali di Pescara, è stato accertato essere il deposito dove venivano smaltiti illegalmente materiali tossici dall'industria chimica pesante dagli anni '60 agli anni '90.

Si tratta di tonnellate di sostanze pericolose per la salute che hanno inquinato i pozzi che servono l'area metropolitana Chieti-Pescara.

Tra i reati contestati a dirigenti Aca, Ato, industria chimica e enti pubblici, passati e presenti, c'è l'avvelenamento dell'acqua, il disastro doloso, la turbativa e la truffa.

Le analisi scoprirono la presenza di sostanze tossiche e cancerogene come tetracloruro di carbonio, esacloroetano, meta-crilonitrile sostanze che -secondo la medicina- possono provocare seri danni agli organi interni come fegato, reni, colon.

Fra i 33 destinatari di avvisi di garanzia vi sono Giorgio D'Ambrosio (Pd), in qualità di presidente dell'Ato, Donato Di Matteo (Pd), presidente del Cda dell'Aca, Bruno Catena (Pd) presidente dell'Aca, Bartolomeo Di Giovanni direttore generale dell'Aca, Lorenzo Livello, direttore tecnico dell'Aca, Roberto Rongione responsabile Sian della Asl di Pescara e Roberto Angelucci (Pdl) ex sindaco di Francavilla.

I 33 indagati devono rispondere a vario titolo di reati quali avvelenamento delle acque, disastro doloso, commercio di sostanze contraffatte ed adulterate, delitti colposi contro la salute pubblica, turbata libertà degli incanti e truffa.

Reati che appaiono gravi in considerazione di come è stata gestita la vicenda ed i rischi che sarebbero stati corsi da una popolazione stimata in 500mila persone raggiunta dall'acquedotto gestito dall'Aca. Mai in oltre 12 mesi è arrivata una sola debole ammissione da parte degli enti preposti ai controlli e alla distribuzione dell'acqua. Si è sempre preferito rigettare al mittente le preoccupazioni certificate e documentate della presenza di sostanze cancerogene che non dovevano finire nei nostri bicchieri.

Da parte dell'Aca, per esempio, e del suo presidente sono arrivate sempre smentite quotidiane circa la pericolosità della situazione in atto. Sarà ora la magistratura a valutare eventuali responsabilità ulteriori. Quello della discarica e dell'acqua avvelenata è stato e rimane uno degli scandali più grossi dell'Abruzzo venuto alla luce grazie alla tenacia del Wwf regionale che si è battuto in prima linea per fare chiarezza e divulgare notizie di importanza vitale. Tutte notizie che invece erano state tenute segrete sebbene conosciute da moltissimi amministratori locali che avevano partecipato a riunioni ufficiali e tavoli tecnici ma che in oltre tre anni non hanno sentito il dovere di informare la popolazione dell'inquinamento delle falde acquifere che finivano poi nell'acquedotto.

Proprio ieri sera lo scandalo della discarica di Bussi è stato ripreso dalla trasmissione di Michele Santoro, Annozero su RaiDue dove sono stati ripercorse tutte le tappe ed i misteri di questi lunghi mesi. Meno di due settimane fa poi questa brutta piaga era finita su un ampio servizio del quotidiano di Torino La Stampa che aveva destato dal torpore abruzzese quanti avevano già dimenticato.

 

Piccone: ''Bruno Catena val bene una messa...''

 -  "Se Parigi val bene una messa, per il Pd una poltrona val bene la salute dei cittadini. Con il bis di Catena (Pd) come presidente dell'Aca abbiamo la riconferma di un personaggio responsabile, almeno politicamente, di fatti gravissimi successi l'estate scorsa, come migliaia di famiglie lasciate a secco, e sospetti di acqua inquinata spacciata per potabile".  Così Filippo Piccone ...

 

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 -  "Quello che sta accadendo a Chieti nella gestione del servizio idrico non è più tollerabile: Confcommercio ha dato mandato ai propri legali di avviare le pratiche per il risarcimento dei danni causati dal perdurare di questa situazione alle attività commerciali della città". Lo annuncia il presidente della Confcommercio provinciale Angelo Allegrino dopo che agli uffici dell'associazione da ...

 

Smaltimento, tornado intorno ai vertici di Aca e Ato

 -  Nomi eccellenti figurano nell’inchiesta su quello che sembra essere un appalto assegnato in modo illegittimo a imprenditori “amici” che avrebbero dichiarato il falso, truffato, gestito un traffico di rifiuti, smaltito fanghi senza ...

 

SCARICHI INDUSTRIALI A SPOLTORE, CATENA SU AVVISO GARANZIA

 - "Nei giorni scorsi sono stato raggiunto da un avviso di garanzia nel quale mi si è contestato il reato amministrativo riguardante l´articolo 674 ´Getto pericoloso di cose´, in merito a presunti scarichi industriali e civili che sarebbero stati individuati sul territorio di Spoltore". Lo afferma in una nota il Presidente dell´Aca ( Azienda Comprensoriale Acquedottistica), Bruno Catena. "Si tratta ...

 

 


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