Celano - L'Aquila, le impressioni dei protagonisti

Petrelli: "Tre punti pesanti" Ianni:"Giocato ad una porta sola"

17 Ottobre 2011   09:47  

CELANO – L’ aveva detto Ianni alla vigilia che la trasferta di Celano sarebbe stata molto delicata. Il gol dopo quaranta secondi di gioco ha spianato la strada ad una squadra la cui voglia di riscatto covava da sette giornate. “Effettivamente quando si parte così non è facile raddrizzare il risultato, soprattutto contro una squadra che deve fare di tutto per risollevarsi – analizza un amareggiato Maurizio Ianni a fine gara - Ci abbiamo provato in tutti i modi, loro ci hanno messo solo agonismo e attenzione tattica, per il resto la partita l’ abbiamo fatta noi.” Paradossalmente proprio nella giornata in cui L’Aquila è scesa in campo con un modulo più offensivo, è giunta la prima sconfitta stagionale. “Forse è anche la legge dei grandi numeri, prima o poi sarebbe dovuto accadere. Dispiace perché abbiamo perso dopo aver giocato ad una porta sola. Purtroppo questo è il calcio, il gol ce lo siamo fatti da soli e loro non hanno fatto altro che difendersi in undici dietro la linea della palla. Comunque al di là dei moduli la prestazione c’ è stata. L’Aquila ha fatto bene anche così e nelle valutazioni tattiche non dobbiamo farci condizionare dal risultato.” Nella ripresa il tecnico aquilano ha provato a porre rimedio alzando il baricentro e inserendo forze fresche. “Le abbiamo provate davvero tutte – continua Ianni - Volevo velocizzare il palleggio per creare qualche spazio in più. Alla fine abbiamo giocato anche con quattro attaccanti in linea, ma ci è mancata la finalizzazione. C’ è stata anche un po’ di imprecisione e di sfortuna sotto porta.” Oltre alle due traverse centrate da Ruggiero e Carcione, L’Aquila recrimina per qualche scelta arbitrale. “Su questo aspetto c’è poco da esprimersi, basta rivedere le immagini. Comunque a mio giudizio conta il risultato e se non abbiamo vinto dobbiamo recitare il mea culpa.”

Quando in sala stampa entra Pino Petrelli, la considerazione è scontata. Il suo arrivo ha rigenerato una squadra che non vinceva dal febbraio scorso. “Ancora è presto per trarre conclusioni simili – si affretta a dire con umiltà e pacatezza il mister marsicano – Sono arrivato da pochissimo ed ho potuto dirigere solo un paio di allenamenti, dunque ogni discorso sulle potenzialità e le caratteristiche di questa squadra è prematuro. Per questo posso solo dire che mi sono ottenuto al lavoro del mio predecessore.” Vincente la lettura tattica della partita, con un 4-3-3 che ha basato sulle ripartenze la propria partita. “Ho sempre giocato in questa maniera ed anche il mio predecessore adottava un modulo simile – analizza Petrelli – Non ho potuto far altro che schierare l’undici titolare istintivamente, non conoscendo ancora bene i giocatori, ma mi è piaciuta l’ abnegazione con cui hanno affrontato l’ incontro. Mancavano giocatori importanti come Sabatini, Ciolli e Gentile, ma i ragazzi hanno interpretato alla grande la partita. Conoscevamo le difficoltà che avrebbe presentato incontrare L’Aquila e devo dire che alla fine questi sono tre punti pesantissimi, soprattutto per il morale.” Dopo il vantaggio la squadra si è arroccata in un 4-5-1 impenetrabile. “Non sono d’ accordo – ironizza Petrelli – Quello era più un 4-3-3 'alla celanese'. E comunque i miei 4-3-3 non sono mai stati ‘zemaniani’, bensì accorti in difesa e pronti alle ripartenze in avanti. E credo che questo sia il modulo più adatto ad una squadra che punta alla salvezza.” L’ ultimo commento su un ritorno che la città castellana ha apprezzato. “Sapete quanto tenevo a Celano, dunque quando sono stato chiamato non ho avuto esitazioni. Io a fare l’ allenatore mi diverto ancora come un pazzo e finchè dura vado avanti. Il mercato di riparazione? La rosa vista oggi non mi è sembrata inadeguata al campionato, ma ci vuole tempo per valutare. La società comunque credo non lesinerà il suo impegno nel caso in cui ce ne fosse bisogno. Noi intanto dobbiamo pensare a fare il meglio possibile, perché di squadre che lottano per la salvezza ce ne sono tante, basta emergere giocando con semplicità ed attenzione.”

“Quello della trasferta vietata ai nostri tifosi è un altro aspetto negativo di questa giornata – analizza il direttore generale dell’ Aquila, Fabio Aureli - Questa partita ha perso quel sapore che solo le tifoserie sanno dare nei derby. Solo sei mesi fa la cornice di pubblico è stata ben diversa, oggi abbiamo giocato tra pochi intimi. Forse con la spinta della nostra tifoseria non avremmo preso quel gol all’ inizio. I motivi del divieto? La Questura su disposizione dell’ Osservatorio per le manifestazioni sportive ci ha comunicato che il Celano ha presentato in ritardo il piano operativo sulla sicurezza. Io credo piuttosto che il Celano avrebbe avuto tutto l’ interesse ad una cornice di pubblico degna, perché un derby per le casse di qualsiasi società rappresenta sempre una boccata d’ ossigeno. D’ altronde non hanno permesso alla tifoseria del Chieti di assistere al derby con una tifoseria gemellata, figuriamoci in questa occasione. Ormai la tendenza è chiara, ogni motivo è buono per vietare le trasferte alle tifoserie non fidelizzate e spingerle a tesserarsi. Ci sembra una forzatura, ma come società non possiamo far altro che rispettare le istituzioni ed andare avanti. La partita? Evidentemente non ha funzionato qualcosa nell’ approccio – continua Aureli - Perché abbiamo preso gol dopo una manciata di secondi. Per giunta una rete fotocopia di quella subita contro il Chieti. Abbiamo provato a raddrizzarla ma non ci siamo riusciti, nonostante Testa sia rimasto inoperoso per tutto l’ incontro. E’ curioso, ma temevamo proprio l’ esordio di Petrelli in panchina. Quando le squadre cambiano, lottano in tutt’ altra maniera. Speravamo di esorcizzare questa che sembra una legge non scritta del calcio, non è andata come speravamo.” (a.f.)

 

Al nostro microfono Fabio Aureli, DS L'Aquila Calcio


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