Centro oli, gli ambientalisti si appellano all'Unesco

13 Ottobre 2008   12:06  

Per scongiurare la realizzazione del Centro Oli ad Ortona, il progetto Eni in Abruzzo, il Comitato spontaneo "Natura Verde" si rivolge al presidente della Commissione nazionale italiana per l'Unesco (Cni) Giovanni Puglisi chiedendo un intervento di tutela della regione e del suo patrimonio naturale e culturale. "Aiutateci - chiede il presidente del Comitato Giusto Di Fabio - a rendere pubblico il nostro dramma ed a salvare l'Abruzzo. Il 'Centro Oli' prevede l'estrazione di petrolio dal sottosuolo terrestre e marino dell'Abruzzo. Siamo, perciò, molto preoccupati perché i nostri Parchi, i nostri animali, le nostre piante e tutto il nostro ambiente subiranno irreparabili danni". "Occorre tenere presente - spiega Di Fabio - che il petrolio abruzzese è di scarsa qualità, pieno di impurità e di zolfo. Per poterlo trasformare in carburante sarà necessaria una pre-lavorazione, la idrodesolforazione, nel luogo in cui viene estratto. Durante questa lavorazione saranno immesse nell'aria sostanze molto inquinanti, come ad esempio l'idrogeno solforato (H2S) e le temibilissime polveri sottili ed ultrafini. Stime attendibili dell'Istituto Mario Negri Sud, un importante centro di ricerca a valenza europea, parlano di immissione nell'aria di una tonnellata e mezza al giorno di sostanze molto tossiche ed inquinanti. Molte di queste sostanze hanno, per la scienza medica internazionale, azione cancerogena". "La raffineria poi - conclude il presidente del Comitato - sarà costruita nella zona di maggior produzione vinicola dell'intera regione, Abruzzo. Quale sarà la sorte della Regione Cuore Verde d'Europa?".

IL PETROLIO CHE NON PORTA RICCHEZZA

IL PUNTO DI VISTA DELLE ASSOCIAZIONI E DEI MOVIMENTI


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