Cervello pigro al risveglio? Ricercatori aquilani svelano perché

01 Marzo 2011   13:26  

Capita a tutti di sentirsi "ottenebrati" al risveglio, incapaci di connettere bene e di formulare frasi sensate: paradossalmente, si e' molto meno lucidi di prima mattina, quando cioe' si e' riposati, che la sera tardi, quando si e' stanchi. Un fenomeno classico, ma di cui, sembrera' strano, nessuno finora ha saputo spiegare le dinamiche e le cause.

Uno studio italiano, pubblicato sulla rivista Neuroscience, ha dimostrato per la prima volta che nei primi 5 minuti dopo il risveglio l'intera corteccia cerebrale presenta una consistente diminuzione dell'attivita' elettrica a elevata frequenza (attivita' beta da 15 a 25 Hz), tipicamente associata a uno stato di veglia vigile.

I ricercatori hanno identificato quindi la base cerebrale del fenomeno che, molto efficacemente, e' stato definito "inerzia del sonno" e che consiste in una dissociazione tra la percezione di essere svegli (verosimilmente legata a una ripristinata attivita' elettrica tipica dell'individuo vigile nelle regioni cerebrali anteriori) e un rallentamento della capacita' sensoriali e di integrazione, mediato dalle aree piu' posteriori del cervello.

Lo studio condotto da ricercatori del dipartimento di Psicologia della Sapienza e dell'Associazione Fatebenefratelli per la Ricerca (AFaR), insieme a ricercatori delle universita' dell'Aquila e Bologna, ha dimostrato che le aree cerebrali posteriori sono quelle che continuano a presentare un'attivita' elettrica sincronizzata tipica del sonno, come se fossero le piu' "lente" a risvegliarsi. "Tutto e' iniziato molti anni fa - spiega Luigi De Gennaro, coordinatore della ricerca - quando abbiamo iniziato lo studio sistematico della fase di addormentamento e del risveglio. L'idea di base era che le diverse aree cerebrali non si addormentassero e svegliassero tutte allo stesso tempo. La persistenza di un funzionamento cerebrale in specifiche regioni ancora tipica di un individuo sveglio (durante l'addormentamento) o quella ancora tipica di un individuo che dorme (al risveglio), avrebbe spiegato tutta una serie di fenomeni comunemente sperimentati (per esempio le allucinazioni ipnagogiche o ipnopompiche, rispettivamente in addormentamento o al risveglio)".

La scoperta presenta prospettive potenzialmente applicative per tutte quelle professioni che richiedono una rapida operativita', dai vigili del fuoco agli operatori di pronto soccorso, senza contare i militari. "Si potrebbe immaginare un sistema di sensori elettroencefalografici (EEG) - conferma De Gennaro - che determini nelle singole regioni cerebrali il livello critico per garantire adeguate prestazioni. Le attuali tecnologie consentono ormai di miniaturizzare i tradizionali EEG, garantendo una scarsa intrusivita' di questi strumenti, cosi' da renderli compatibili con lo svolgimento delle singole attivita' professionali".


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