Cgil, 45% autonomi sotto 15mila euro, in cerca di tutele

14 Aprile 2015   21:14  

Lavoratori con pochi diritti e tutele, bassi livelli di reddito e alla ricerca di una maggiore continuita' occupazionale. Sono i lavoratori autonomi e i professionisti italiani, che secondo una ricerca realizzata dall'associazione Bruno Trentin con il contributo della consulta delle professioni delal Cgil e della Filcams della Cgil, hanno per il 46,2% un'attivita' individuale con partita Iva a regime normale. Il 45,7% percepisce un reddito annuale fino a 15 mila euro lordi e il 23,4% sta nello scaglione fra i 15 e i 25 mila euro. Il 68,5% si sente un "professionista/lavoratore autonomo con scarse tutele" e il 68% dice di avere "poche o nessuna possibilita' di contrattazione", ritrovandosi cosi' in una condizione di debolezza.

Tra gli obiettivi del campione analizzato dalla ricerca (rappresentativo dell'universo dei circa 3,4 milioni di professionisti in Italia) al primo posto vi e' una maggiore continuita' di occupazione con piu' tutele (51%) e un compenso piu' elevato (34%). Al sindacato chiedono principalmente impegni sulle retribuzioni e sulle tutele in caso di disoccupazione: per il 79,6% sarebbe utile istituire un equo compenso, il 77,4% vorrebbe maggiori diritti e tutele nel contratto nazionale di lavoro, il 74,2% li vorrebbe in quello aziendale. Dati che, sottolinea la ricerca Cgil, "riconoscono al sindacato un ruolo fondamentale". E sono soprattutto i professionisti non iscritti agli ordini a volere queste azioni. Azioni che il sindacato dovrebbe sostenere coinvolgendo maggiormente i professionisti, includendoli nella negoziazione per rivendicare in primo luogo la riforma del sistema previdenziale, per garantire equita' di contribuzioni e pensioni adeguate.


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