Cgil: la manovra colpisce 50mila lavoratori abruzzesi

10 Giugno 2010   18:06  

"Almeno 50.000. Sono tanti, davvero tanti - secondo la Cgl regionale - i lavoratori abruzzesi che pagheranno in prima persona la manovra decisa dal governo e che ricadra' in misura preponderante sulle spalle di coloro che lavorano nel pubblico impiego: siano dipendenti dei Ministeri o della Regione, dei Comuni o delle Province, della sanita' pubblica, della scuola o dell'universita'. Lavoratori che sabato 12 giugno partiranno anche dalla nostra regione per andare a Roma, alla manifestazione nazionale che la Cgil ha organizzato per protestare contro la manovra e per la quale dalle citta' abruzzesi si stanno organizzando i pullman. Una protesta contro scelte sbagliate e dannose - dice il sindacato - per difendere i diritti dei lavoratori ma anche quelli di tutti i cittadini: per servizi pubblici efficaci e di qualita', per una sanita' accessibile a tutti con livelli accettabili di assistenza e cura, per una scuola aperta e democratica che garantisca l'educazione a tutti i ragazzi, per una universita' e una ricerca pubblici, liberi e non privatizzati". Questi secondo la Cgl gli effetti sull'Abruzzo: la manovra governativa, che congela gli stipendi, blocca i contratti pubblici, ritarda la pensione, taglia il turn over dei dipendenti e licenzia la meta' dei precari nella pubblica amministrazione, che riduce i finanziamenti alla sanita' e i trasferimenti di fondi alle Regioni e agli enti locali, produrra' anche per gli abruzzesi effetti molti negativi. Nella nostra regione, in concreto, significhera' riduzioni e disagi ai servizi sanitari, il licenziamento di medici, infermieri e dipendenti precari che lavorano negli ospedali pubblici (i precari della sanita' pubblica abruzzese sono oltre 500), il taglio dei servizi e delle prestazioni fornite dalla Regione e dagli enti locali, con eventuali costi e nuove tasse che si scaricheranno anzitutto sulle fasce deboli, i lavoratori dipendenti e i pensionati. Per quanto riguarda ancora i precari a rischio, basti ricordare che nei Comuni abruzzesi che ne sono oltre 500, 170 alla Regione (un altro centinaio sono gia' tornati a casa), oltre 350 nelle varie Province, ecc. Nelle scuole abruzzesi, per esempio - dice la Cgil - quest'anno sono a rischio 679 posti di docente e 433 posti di personale amministrativo. Altro che estendere il tempo pieno e prolungato, come chiedono le famiglie; altro che contenere il numero degli alunni per classe, altro che investimenti per garantire la sicurezza degli edifici, la salvaguardia dei corsi serali o l'insegnamento delle materie musicali. E' per protestare contro tutto questo che i lavoratori abruzzesi e la Cgil saranno a Roma sabato. Le risorse vanno trovate riformando il fisco, scovando gli evasori e tassando i patrimoni: ai dipendenti e ai pensionati vanno abbassate le tasse, incentivando il lavoro di giovani e donne e le assunzioni a tempo determinato". (AGI)


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