Chiodi revoca sospensione dell'accreditamento a Villa Pini

La regione pagherà il curatore fallimentare

17 Marzo 2010   19:18  

Commissario ad actaper il piano di rientro della Sanità

Ad esito dell'incontro di oggi si è deciso quanto segue:

 

1)Preso atto che la società Villa Pini srl è stata dichiarata fallita, ed il Tribunale di Chieti ha dato incarico al curatore di attivare l'esercizio provvisorio allo scopo di verificare la possibilità di salvare l'azienda o ramo di essa;

2)Posto che l'esercizio provvisorio, sotto la tutela del Tribunale Fallimentare e dei suoi organi, ripristina i necessari presupposti di fiducia oggettiva che devono intercorrere tra la Pubblica Amministrazione ed i suoi concessionari-contraenti, nonché di affidabilità da parte dell'utenza nell'accesso ai servizi sanitari sotto la vigilanza delle Autorità Sanitarie preposte;

3)Rilevato che le verifiche effettuate sull'attività della Villa Pini srl che sono state disposte in questi mesi dai Nas, dalle Unità di valutazione multidimensionali e dalla Commissione medica ispettiva regionale hanno evidenziato una precedente produzione di prestazioni sanitarie determinata anche da un elevatissimo tasso di inappropriatezza per il quale è doveroso un intervento di ripulitura, allo scopo di poter individuare il dimensionamento corretto e veritiero di un nuovo contratto che si possa instaurare con l'esercizio provvisorio.

Pertanto, e limitatamente a questo reale ed effettivo fabbisogno sanitario, il Commissario di Governo, previa verifica con l'apposito tavolo tecnico, ritiene di poter autorizzare la revoca della sospensione dell'accreditamento e la sottoscrizione di un nuovo contratto per l'anno 2010. Nei prossimi giorni, a seguito dell'incontro tra gli Organi Fallimentari e quelli Commissariali, verranno adottati gli adempimenti amministrativi conseguenti.

4) Per quanto riguarda le altre società del gruppo" Villa Pini" che non sono fallite permangono, purtroppo, le condizioni di mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti che hanno determinato per legge la sospensione dell'accreditamento.

Avendo verificato, con rammarico, dopo i necessari approfondimenti giuridici con il tavolo tecnico, che la P.A. concedente non ha alcuna facoltà di pagare direttamente i dipendenti, facendo capo tale scelta esclusivamente alla proprietà, non resta altra possibilità che adempiere ai propri obblighi trasferendo i pazienti come dispone la legge.

Certo, stupisce che in una situazione di insolvenza così conclamata, e che si ritorce ingiustamente in primo luogo contro quei dipendenti che, pur senza salario da mesi, hanno assicurato il loro lavoro ai malati, non si sia giunti ad una dichiarazione giuridica di insolvenza.

Ciò avrebbe consentito di far scattare le salvaguardie previste dalla legge fallimentare a tutela, in primo luogo, dei più deboli.

 


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