Cialente un'archiviazione e Due Nuove Accuse. Il Primo Cittadino si Dice Tranquillo

28 Giugno 2016   12:51  

Finalmente e definitivamente è stata chiusa l'indagine, durata circa 18 mesi , sui lavori di casa mia, sulla vicenda metro ed altro. Indagine che credo abbia esplorato tutta la mia vita negli ultimi 12 anni.

Così scrive il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, sulla propria bacheca Facebook, rivelando per la prima volta di aver un avviso di garanzia, questo sarebbe il secondo visto che un precedente annuncio già era stato postato dal primo cittadino qualche mese fa.

Un atto giudiziario che il legale di Cialente, Carlo Benedetti (anche presidente del Consiglio Comunale) ha definito come basato su "accuse estemporanee".

La vicenda vedeva il sindaco indagato per aver ricevuto dei presunti lavori alla sua abitazione in cambio dello sblocco di alcuni pagamenti nell'ambito della transazione all'annoso problema della metropolitana di superficie.

Durante le indagini, però, gli inquirenti avrebbero contestato altre due presunte irregolarità, già notificate, e per le quali Cialente potrebbe dover rispondere in Tribunale.

Il primo cittadino avrebbe sollecitato lo sblocco di pagamenti di lavori della ditta Palomar allo scopo di evitarne il fallimento, poi effettivamente avvenuto. Inoltre, avrebbe pressato per agevolare la demolizione di alcune strutture nell'ambito del Consorzio di 17 cooperative e 201 appartamenti nella zona periferica Ovest di Pettino.

Per questo nuovo filone l'imputazione dovrebbe essere quella di tentata induzione indebita, la cosiddetta "concussione depotenziata".

Mi è appena stato notificato un atto giudiziario, un avviso di garanzia.. - continua il primo cittadino sul social networkDa quello che ho potuto capire, dalla montagna di intercettazioni, sono emerse due mie telefonate: la prima per cercare di far partire al più presto i lavori di demolizione di una grande cooperativa edilizia, i cui residenti ho seguito, sempre nel mil ufficio, sin dal 2009, per le gravi duifficoltà normative che avevano incontrato e rallentato per anni la ricostruzione.

La seconda perchè avrei sollecitato, cosa che ho fatto più volte, il pagamento di un SAL per una ditta che stava per fallire.
Interventi di questo tipo li ho fatti più volte, di sollecitare il pagamento dei SAL, per tuttii, soprattutto per casi disperati.
Purtroppo il fallimento, poi avvenuto, di quella ditta, ha provocato danni drammatici a tanti cittadini, la cui ricostruzione è ancora bloccata, ed alla stessa città.
Non credo di aver commesso un reato. Addirittura, nelle stesse condizioni credo che avrei l'obbligo, come sindaco, a difesa e nell'interesse dei miei cittadini, di rifarlo.
Spero ed ho fiducia, come sempre, nei giudici.


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