Cifone: "Presunta necessità del numero chiuso, scelta non condivisa ma imposta unilateralmente

22 Maggio 2014   15:14  

 In merito alla lettera aperta della Rettrice sul dibattito relativo alla “forzata” introduzione del numero chiuso, ritengo doveroso fare ulteriori considerazioni. L’introduzione del numero chiuso è inteso dalla Prof.ssa Inverardi come una “necessità” che, se non soddisfatta, porterebbe ad un presunto scenario “apocalittico” per il nostro Ateneo (soppressione di Corsi, Ateneo “sotto osservazione” con possibilità di “chiusura”, etc etc). Relativamente alla dichiarazione della Rettrice riportata dalla stampa “...a fronte di altri 61 corsi che non hanno presentato alcun problema specifico” non posso esimermi dal richiamare quanto già trasmesso dai Senatori del Dipartimento MeSVA agli organi di comunicazione pochi giorni fa, ovvero: ….. va rilevato che il 100% degli altri Corsi di Laurea triennale attivi nel nostro Ateneo, hanno TUTTI una numerosità di iscritti gravemente al di sotto del potenziale formativo indicato dai Dipartimenti (range: da -20% a -83%).
Sui Corsi di Laurea Magistrale si rileva, addirittura, la presenza di Corsi con negatività che supera abbondantemente il 90% (Es: 4-7 studenti iscritti a fronte di un potenziale formativo pari a n. 80).
Preliminarmente e visto che la Rettrice, nei suoi comunicati sembra dimenticare questo aspetto, è importante risottolineare che l’iter previsto dalla Legge Gelmini, ovvero quella stessa Legge cui fa riferimento la Prof.ssa Inverardi, nella definizione della programmazione didattica del prossimo anno accademico, NON è stato rispettato nel nostro Ateneo.
Forse è giusto informare tutti coloro che, dimostrando una particolare sensibilità e preoccupazione nei confronti della “strategia” scelta e attuata dalla Rettrice, - strategia che, è bene ribadirlo, coinvolge TUTTO il territorio – che il verbale della seduta del Consiglio di Amministrazione del 26 marzo u.s., relativamente al punto all’odg 8.1 Programmazione didattica 2014-2016 - approvazione riporta quanto segue: La Rettrice comunica che il Consiglio di Amministrazione è chiamato oggi a prendere atto della sostenibilità dei corsi, dichiarata dai dipartimenti; in base alle comunicazioni ricevute dai dipartimenti, nell’A.A. 2014-2015 sarà possibile sostenere l’attuale offerta formativa.
IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE VISTA la L. 240 del 20/12/2010; VISTO il D.M. 47/2013; VISTO il D.M. 1059/2013; VISTO lo Statuto dell’Università degli Studi dell’Aquila; VISTE le delibere dei Consigli di Dipartimento; VISTO il parere espresso dal Consiglio studentesco il 24/03/2014; VISTO il parere positivo espresso dal Senato Accademico nella seduta del 25/03/2014;
PRENDE ATTO della sostenibilità dei corsi dichiarata dai dipartimenti. Appare, quindi, incomprensibile come, a distanza di poco più di un mese, la Rettrice richiami decreti e normative sul possesso dei requisiti di docenza che un mese fa erano già vigenti e, soprattutto, da noi tutti rispettate, come dalla stessa Rettrice esplicitato nella suddetta delibera del Consiglio di Amministrazione dove, giustamente, in premessa si richiamano le delibere degli Organi Competenti (Consigli di Dipartimento, Consiglio Studentesco, Senato Accademico) relative al possesso dei requisiti richiesti dal MIUR per il MANTENIMENTO DELLA ATTUALE OFFERTA FORMATIVA!
C’è da chiedersi che cosa sia successo dopo il 26 marzo 2014 giorno in cui gli Organi Accademici, presieduti e rappresentati dalla Rettrice, hanno all’unanimità approvato il mantenimento della medesima ATTUALE offerta formativa? Vale la pena altresì ricordare ancora una volta che la legge che fa riferimento alla possibilità di inserire il numero chiuso a livello locale risale al 1999 (Legge 264/1999) e che la stessa è ancora vigente. Così come è importante ribadire che quanto sancito dalla Corte Costituzionale ovvero che …i criteri di accesso all’università, e dunque anche la previsione del numerus clausus, non possono legittimamente risalire ad altre fonti, diversa da quella legislativa…. Come affermato dal Ministro Mussi in una nota che per correttezza viene allegata al presente comunicato: “Ogni limitazione del numero degli accessi al di fuori delle fattispecie indicate dalla legge costituisce pertanto un’ingiustificata limitazione del diritto allo studio garantito dall’art. 34 della Costituzione, in più casi censurata dai giudici amministrativi…. In particolare, il previsto indicatore della "numerosità" è preordinato a garantire allo studente la congruenza tra la formazione impartita ed il raggiungimento degli obiettivi formativi previsti nell’ordinamento didattico, ma non può giustificare la programmazione del relativo accesso. Si ritiene pertanto che nell’ipotesi di una numerosità superiore a quella indicata dai predetti provvedimenti ministeriali, l’Università valuti la più razionale utilizzazione delle risorse a disposizione, anche attraverso la duplicazione o triplicazione del corso. Sempre in tali ipotesi, si ravvisa l’opportunità che l’Ateneo attivi, eventualmente un procedimento mirato a razionalizzare l’offerta formativa riducendo il numero dei corsi attivati. A proposito di quest’ultimo periodo, non posso non ricordare che abbiamo Corsi nel nostro Ateneo con 3-4 iscritti a fronte di una numerosità MINIMA stabilita dal MiUR pari a n. 8!
Personalmente sono favorevole al mantenimento di TUTTI i corsi del nostro Ateneo ma NON a scapito di quelli che presentano la maggiore attrattività! Passando al secondo elemento richiamato sul tema del numero chiuso dalla Rettrice nei suoi comunicati stampa, la domanda che si pone la Prof.ssa Inverardi sul perché l’Ateneo, con Rettore di Orio, non avesse assunto più docenti chiedendo maggiori finanziamenti merita, a mio parere, qualche riflessione e considerazione.
Fatto salvo che la Legge Tremonti del gennaio 2009, nel disporre il famigerato meccanismo di tagli e vincoli rigidissimi al sistema universitario nazionale mettendo letteralmente in crisi TUTTI gli Atenei, la critica che la Rettrice solleva sembra in netta contraddizione con quanto dalla stessa affermato immediatamente dopo “…scontiamo le scelte di gestione del personale fatte dall’allora Rettore Di Orio, il quale sfondando il limite del fondo di funzionamento ordinario per spese di personale imposto dal Ministero, fece cadere il nostro Ateneo nella categoria dei “non virtuosi”, con la conseguenza di non poter assumere personale per ben due anni”.
Da una parte si attribuisce a di Orio la NON sufficiente assunzione di personale dall’altra lo si accusa di avere superato la soglia assumendo troppo personale? Aggiungo quanto previsto dal nostro Statuto, in conformità con la Legge Gelmini: “Il Rettore rappresenta l’Università. È organo di governo dell’Ateneo, promuove e coordina l’attuazione delle decisioni e degli indirizzi espressi dal Senato Accademico e delle decisioni adottate dal Consiglio di Amministrazione”.
Ritengo importante dare le informazioni in modo “completo” e non così strumentalmente parziale. A quanto sopra, quindi, aggiungo che nel nostro Ateneo è sempre stata rispettata, a livelli di Organi Accademici gerarchicamente superiori, l’autonomia e le scelte delle ex-Facoltà (oggi Dipartimenti) sia in termini di programmazione didattica che di programmazione ruoli, ovviamente nel rispetto dei limiti di budget che il MiUR assegnava all’Ateneo e che, secondo criteri condivisi e approvati dagli Organi, venivano distribuiti fra le diverse Facoltà. La stessa Prof.ssa Inverardi, in qualità di Preside della Facoltà di Scienze MM.FF.NN., chiese l’emanazione di bandi di concorsi per Ricercatori, così come hanno fatto tutte le altre Facoltà. Ciò è facilmente verificabile visto che tutti gli atti cui mi riferisco sono pubblicati nel sito ufficiale dell’Ateneo www.univaq.it.
Rimango sbalordita nel leggere il periodo “Questo atto ci è costato l’impossibilità di effettuare concorsi per un numero equivalente a 30 professori ordinari oppure a 50 tra ricercatori e associati oppure a 60 ricercatori”. I numeri indicati NON hanno alcun fondamento. Sempre e solo per completezza, a titolo di esempio riporto che il numero dei punti equivalenti a circa 30 professori ordinari è quello assegnato dal Ministero al MEGAATENEO di Roma, La Sapienza nel 2012 e nel 2013! Val la pena ricordare anche che l’accordo di programma 2009/2011 siglato Gelmini/di Orio dopo il terremoto e a seguito di una lunga e non facile trattativa, ha messo al centro dell’attenzione, a mio parere giustamente, GLI STUDENTI! Garantire le strutture per la didattica e l’esonero del pagamento delle tasse sono stati considerati prioritari rispetto all’acquisizione di fondi aggiuntivi per personale che, in un Ateneo senza studenti, certamente non avrebbe avuto molto senso…. In merito al terzo elemento richiamato dalla Rettrice (il rapporto con il territorio), oltre a trovare profondamente irrispettoso il considerare un qualsivoglia “libero” intervento di chi si contrappone come “occasione per facili applausi la cui eco si spegne assieme ai riflettori della ribalta”, penso di poter affermare che, nello stesso momento in cui le scelte operate dalla Rettrice non sono state preliminarmente discusse e dibattute in confronti aperti e trasparenti, le porte di questa Università sono state chiuse alla città e al suo territorio e a chi, a vario titolo, rappresenta la nostra realtà, politicamente e amministrativamente.


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