Cimitero non basta più, adesso è un sacrario

Terremoto

10 Aprile 2009   20:35  

All'improvviso scopri che è diventato piccolo. Pensavi fosse un cimitero, e invece t'accorgi di essere finito in un sacrario. E' un sacrario il cimitero Monumentale dell'Aquila, eppure è ancora un cantiere. Le possenti strutture di cemento armato non sono state ancora rifinite, ma sono uscite senza graffi dal terremoto. Nessuno si sarebbe mai aspettato che in così poco tempo anche questa nuova ala del cimitero sarebbe stata insufficiente. Nessuno avrebbe mai immaginato che in un giorno solo sarebbero state 150 le salme traslate. Sono quelle delle vittime del sisma che ha distrutto L'Aquila e il suo hinterland e che al sacrario sono state trasportate oggi al termine dei funerali, celebrati alla Caserma della Guardia di Finanza di Coppito dal segretario di Stato vaticano, card.Tarcisio Bertone. La prima salma è stata quella di Rosa Antonini, che ha guidato la fila infinita di bare. Una traslazione avvenuta in maniera composta e ordinata. Operazione svolta nel massimo riserbo: l'area era stata interdetta all'esercito dei media che in questi giorni ha invaso il capoluogo abruzzese. Ad occuparsi della traslazione le squadre composte da quattro persone dei corpi militari e civili che stanno operando nei luoghi del disastro: Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Protezione civile, Vigili del Fuoco e Alpini. Uno dopo l'altro i carri funebri sono entrati nel piazzale del cimitero dall'ingresso secondario di via Acquasanta. Ad accoglierli c'erano il personale della Croce Rossa, delegazioni di Alpini, dei Vigili del Fuoco, di Carabinieri e Polizia. Alternativamente, i feretri sono stati trasportati all'interno dell'edificio mortuario dai diversi gruppi militari, mentre i volontari di Croce Rossa e Protezione Civile si sono fatti carico di sistemare le corone mortuarie. L'edificio ospita i loculi che provvisoriamente accoglieranno tutti i feretri. Per facilitare l'organizzazione, i carri mortuari sono stati divisi in gruppi di 15. A distanziarli l'uno dall'altro ci ha pensato la Guardia di Finanza. All'interno del cimitero un'area è stata riservata ai parenti delle vittime che, piano piano, hanno raggiunti il posto. Piegati dal dolore si sono incamminati lungo il calvario come in una Via crucis, nello stesso giorno in cui è morto il Signore.

 


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