Cisl e Inas riflettono su Marcinelle e pensano a un patronato europe

04 Agosto 2006   11:27  
Marcinelle è stata la più grande tragedia sul lavoro nella storia dell’emigrazione italiana: era lּ agosto del 1956, nelle miniere di Marcinelle (Charleroi), in Belgio, morirono 262 persone, 136 nostri connazionali, di cui 63 abruzzesi. Per la Cisl e Inas la tragedia di Marcinelle "è un monito, una spinta ideale forte per l’impegno nel campo della sicurezza sul lavoro, ma anche in quello della tutela di tutti i migranti, non solo dei nostri connazionali. Giancarlo Panero, presidente nazionale Inas, e Maurizio Spina, segretario generale Cisl Abruzzo, plaudono all’iniziativa della Presidenza della Repubblica di premiare con la medaglia d’oro i familiari dei caduti e le comunità locali: un gesto che, "in occasione di questo anniversario - spiegano - rappresenta un atto di inestimabile valore civile e morale di uno stato che basa la sua costituzione sulla dignità del lavoro. Nella celebrazione dell’anniversario di Marcinelle sono questi i valori che contano, gli stessi riconosciuti nel libro ´Il Belgio degli italiani´, scritto da Abramo Seghetto e Rosario Nocera, con la prefazione del presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi. Il testo, edito dalla Rai Eri, ripercorre le orme dei nostri emigranti e ricorda quella tragedia: una storia di cui l’Inas e la Cisl fanno parte e di cui il patronato ha fatto tesoro per continuare a stare al fianco di coloro che, ancora oggi, emigrano. "Ricordare Marcinelle - continua la nota Cisl-Inas - per chi come noi è quotidianamente impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori anche nel campo degli infortuni e delle malattie professionali, significa tornare a sottoscrivere un patto rivendicativo e operativo a nome dei lavoratori e di tutti coloro che guardano con fiducia alla capacità di tutela e di patrocinio della Cisl e del suo patronato Inas". Panero sarà presente a Marcinelle, in occasione del 50mo anniversario della tragedia. Alle celebrazioni prenderanno parte anche i rappresentanti del Governo italiano, il console, le autorità locali, il sindaco di Charleroi e i rappresentanti di altri paesi, come la Polonia, che in miniera persero i propri emigrati. L’appuntamento è per il sindacato e il patronato "la tappa conclusiva di una riflessione su ciò che Marcinelle è stato e su cosa insegna oggi in materia di sicurezza sul lavoro". Già dallܐ giugno, con una tre giorni a Charleroi, organizzata dall’Inas Cisl e dalla Femca Cisl, insieme al sindacato Cristiano sociale del Belgio Csc-Acv e all’Università Cattolica di Lovanio, si è avviato un periodo di riflessione. Al centro degli incontri c’è stato il dibattito sviluppatosi nel seminario dal titolo "Salute – Sicurezza, oggi e ancor di più domani". Ne è emerso un quadro in cui il patronato può dare un contributo fondamentale. Spiega Panero: "Troppo spesso lavorare diventa una mera prestazione professionale; il ‘lavorismo’ e il ‘liberismo’ dell’Unione europea si contrappongono alla società attiva auspicata dalla strategia di Lisbona. Si delinea, quindi, una dicotomia tra l’uomo come soggetto e come oggetto del cambiamento. E’ chiaro che è il primo orientamento a dover prevalere. La persona deve essere protagonista del mutamento, libera nel lavoro, cioè capace di scegliere. Se chi lavora lo fa solo per il salario, è facile essere esposti al ricatto del lavoro nero o rischiare a causa della scarsa sicurezza, come purtroppo è accaduto recentemente anche in Italia. E’ necessario affermare il diritto ad un lavoro dignitoso, non umiliante, ma adeguato in termini di salute, di salario e di realizzazione personale". Per contribuire a raggiungere questo obiettivo in ambito europeo, l’Inas fa sapere che da tempo ha intrapreso un percorso importante, per adeguarsi a una dimensione globale del lavoro, per fare in modo che i diritti sociali e civili vengano rispettati ovunque. Lo strumento per raggiungere questo obiettivo è la realizzazione di un patronato europeo, struttura promossa come centro nevralgico della tutela dei lavoratori in mobilità tra i paesi dell’Unione europea. Per quanto riguarda Marcinelle e la lezione che quella tragedia ci insegna, è necessaria una vera cultura della sicurezza. L’Inas e la Cisl esistono perché non ci siano più infortuni e malattie professionali.

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