Dopo scritte offensive sui muri, l'auto della sindaca Catia Di Fabio è stata incendiata; indagini in corso e misure di sicurezza rafforzate.
Nella notte tra il 28 e il 29 maggio, un grave episodio ha scosso la comunità di Monteodorisio, in provincia di Chieti. L'autovettura della sindaca Catia Di Fabio, una Jeep Renegade, è stata completamente distrutta da un incendio che, secondo i primi accertamenti, sarebbe di natura dolosa. Il veicolo era parcheggiato davanti all'abitazione della prima cittadina quando, intorno all'1:30, le fiamme lo hanno avvolto, richiedendo l'intervento dei Vigili del Fuoco e dei Carabinieri, che hanno avviato le indagini per chiarire le dinamiche dell'accaduto.
Questo episodio segue di poche settimane un altro atto intimidatorio: il 6 maggio scorso, sul muro del cimitero comunale, era apparsa la scritta "Sindaca fascista", accompagnata da un disegno offensivo. Allora, la condanna fu unanime da parte del mondo politico, ma ora la situazione sembra essersi aggravata.
La sindaca Di Fabio, esponente di Fratelli d'Italia, ha espresso preoccupazione per quanto accaduto, dichiarando di non sapere cosa pensare, sottolineando che l'auto era nuova e senza problemi meccanici. Ha inoltre affermato di non avere nemici e di non aver sentito rumori sospetti durante la notte.
In risposta a questi eventi, la Prefettura di Chieti ha convocato una riunione straordinaria con le forze dell'ordine, al termine della quale sono state disposte misure di vigilanza a tutela della sindaca. Il prefetto Gaetano Cupello ha espresso solidarietà alla prima cittadina, condannando fermamente l'accaduto.
Numerose le manifestazioni di solidarietà da parte del mondo politico. Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha definito l'atto "violento e vile", esprimendo vicinanza alla sindaca sia come rappresentante delle istituzioni sia come donna . Anche il senatore Etelwardo Sigismondi e altri esponenti di Fratelli d'Italia hanno manifestato il loro sostegno.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Vasto, sono in corso per identificare i responsabili. Nel frattempo, la comunità di Monteodorisio resta in attesa di sviluppi, auspicando che la giustizia faccia il suo corso e che simili episodi non si ripetano.