Cnel-Istat, crescono Neet, oltre un giovane su 4 resta a casa

26 Giugno 2014   12:10  

In Italia oltre un giovane su quattro non studia e non lavora. Secondo i dati del rapporto Bes 2014 (Benessere Equo e Sostenibile), presentato oggi da Cnel e Istat, la crisi ha ampliato il bacino dei 'Neet', i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano, soprattutto al Sud: se nel 2012 i Neet sono a quota 23,9%, nel 2013 raggiungono il 26%, oltre sei punti percentuali in piu' del periodo pre-crisi. Il dato piu' preoccupante, segnala il rapporto, "e' il divario tra Nord (+19%) e Mezzogiorno (+35,4%)".

Per quanto riguarda la formazione, c'e' un "lieve miglioramento" ma comunque "la crescita e' lenta e troppo esigua per riuscire a colmare l'importante divario che separa l'Italia dal resto dell'Europa": nel 2013 il 58,2% dei 25-64enni possiede almeno il diploma superiore, contro una media europea del 74,9%. Inoltre, i laureati tra i 30 e i 34 anni sono appena il 22,4%, mentre la media europea e' del 40%.

Nel complesso del 2013 gli occupati sono calati di ulteriori 480 mila unita', un numero superiore a quello del 2009 e la distanza che separa i tassi di occupazione italiani da quelli europei, tradizionalmente gia' molto elevata, si amplia ulteriormente negli ultimi due anni: nel 2013 il tasso di occupazione si attesta al 59,8%, mentre nella Ue27 e' pari al 68,5%.

Il rapporto segnala anche "un preoccupante peggioramento della condizione dei lavoratori: l'instabilita' dell'occupazione rimane diffusa e l'incidenza di lavoratori a termine di lungo periodo si associa ad una propensione sempre minore alla stabilizzazione dei contratti di lavoro temporanei, soprattutto per i giovani. Inoltre, aumenta la presenza di lavoratori con un titolo di studio superiore a quello richiesto dall'attivita' svolta(22,1% degli occupati nel 2013), mentre resta pressoche' invariata la quota di occupati con bassa retribuzione o irregolari".

L'incertezza del lavoro colpisce anche chi ce l'ha: il 78,8% degli occupati, pur non temendo di perdere il lavoro, ritiene che difficilmente riuscirebbe a ritrovare un'occupazione simile qualora la perdesse. La categoria piu' colpita e' quella dei giovani, esclusi dal mercato del lavoro o, nel caso del Mezzogiorno, costretti ad accettare un contratto non regolare (nel 2012 il 19,1%, in confronto al 10,5% della media nazionale).


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