Coldiretti, l'Europa ci costringe all'uso della polvere di latte, addio a 487 formaggi tipici

08 Luglio 2015   11:07  

Il via libera alla polvere di latte fara' sparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati da generazioni.

E' quanto emerge da un'analisi della Coldiretti presentata in occasione della mobilitazione di allevatori, casari e consumatori a difesa del made in Italy: nel mirino "una decisione che danneggia e inganna i consumatori e mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con effetti sul piano economico, occupazionale ed ambientale".

Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro - sottolinea la Coldiretti - e' possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e "tutto con lo stesso identico sapore perche' viene a mancare quella distintivita' che viene solo dal latte fresco dei diversi territori". 

Secondo la Coldiretti, il pressing esercitato dalla Commissione europea sull'Italia "ha gia' stimolato gli interessi degli speculatori con le importazioni di latte e crema in polvere che sono aumentate del 16% nel primo trimestre 2015 rispetto allo scorso anno.

E non e' certo casuale che i due terzi delle importazioni provengano da Francia e Germania, l'asse che detta la linea politica dell'Unione europea". 
 
"E' in corso - sottolinea la Coldiretti - un pericoloso braccio di ferro che potrebbe portare alla chiusura delle stalle, alla perdita di posti di lavoro, all'omologazione e all'appiattimento qualitativo della produzione nazionale dopo la lettera di diffida inviata all'Italia dalla Commissione europea, che e' stata purtroppo sollecitata dall'associazione italiana delle industrie lattiero casearie (Assolatte).

Si vuole porre fine al divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari, previsto dalla legge nazionale 138 dell'11 aprile del 1974, che ha garantito per oltre 40 anni l'alta qualita' della produzione casearia nazionale".

Il superamento di questa norma provocherebbe "l'abbassamento della qualita', l'omologazione dei sapori, un maggior rischio di frodi e la perdita di quella distintivita' che solo il latte fresco con le sue proprieta' organolettiche e nutrizionali assicura ai formaggi, yogurt e latticini made in Italy".


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