Colletta Rugby: alcuni costruttori si difendono dalla gogna mediatica. Il caso dell'aquilana Dipe

11 Ottobre 2011   08:10  

Colpevoli di taccagneria, di non ridistribuire ricchezza, tutta la ricchezza acquisita nell'emergenza con i puntellamenti.
Questo il sunto della gogna mediatica che l'ANCE con il suo Presidente Frattale ha scatenato contro i suoi stessi tesserati che non hanno donato abbastanza alla colletta per l'Aquila Rugby.
Frattale aveva detto ad AbruzzoWeb: "Bisogna stanare i quattrini".
Oggi, sempre sul portale aquilano, spunta la lista dei "taccagni", ma le cose non sono sempre come sembrano.

Infatti se dal grafico si evince che ad esempio la Dipe a fronte di lavori per oltre 5 milioni non abbia donato nulla, quello che non risulta evidente è il perché non l'abbia fatto.
Noi abbiamo ascoltato Mauro Pellegrini, proprietario dell'impresa, che ci ha spiegato i perché di questo diniego.

"Noi non abbiamo nulla di cui vergognarci" - ci dice Pellegrini - "è vero abbiamo ricevuto commesse per la messa in sicurezza di quasi tutto il centro storico, lavori che abbiamo effettuato a regola d'arte senza nessun tipo di problema o incidente". "Non ci stiamo - continua l'amministratore - "a fare la figura dei taccagni e degli ingrati, non esiste solo L'Aquila Rugby, esistono tante realtà sportive e non che hanno bisogno di essere aiutate altrettanto importanti per la popolazione".

"La Dipe - dice con orgoglio Pellegrini - è sposonr di piccole realtà sportive come il Tornimaparte e l'Amiternina Calcio (abbiamo contattato il Presidente Colantoni che ci ha confermato dicendo che è stato anche molto generoso), ha aiutato varie ONLUS nella raccolta fondi, una su tutte "Salviamo Paganica" che con il nostro contributo ha potuto acquistare una macchina per le ecografie".

"Ecco - conclude Pellegrini - la verità è che quella colletta non la riteniamo giusta, ci si obbliga quasi a dirigere la beneficenza dove vuole qualcuno, ma la beneficenza la si fa e basta".


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore