Come diventai acariano

Lavori precari e magia

04 Maggio 2010   09:57  

La prima parte di un racconto un po' surreale ma che nasce un'esperienza reale, dedicato ai giovani precari che si devono accontentare di lavori alquanto bislacchi, e con parecchie controindicazioni.

Come diventai acariano

''PRONTOOO? PARLIAMO CON IL SIGNOR BENCIVENGA? SALVEEEE!!!”.
Cominciò tutto con una telefonata. Da parte del direttore della division uman-resources-follow-us della multinazionale Sniffy...Volevano che io lavorassi con loro. Bene! pensai. Lo sapevo che prima o poi qualcuno si sarebbe accorto di me! Ah! il libero mercato, landa di occasioni in cui prevale chi tiene duro, chi vale e compete! Mi recai nella sede Sniffy della mia città l’indomani. Ad attendermi per il primo approach one-to-one c’era la relationship-woman in gessato grigio e permanente monoblocco. Possibilità di carriera a gogò. Gratificazioni a fottìo. Tanto per gradire 1999 euro mensili. Lavoro a contatto con la gente. Direttamente nel loro salotto. 60 visite al mese.

“Ah... devo fare il venditore ambulante...” chiedo io. ''Mannnnnoooo!!!!'' esclama la relationship-woman. Facilitatore a domicilio della distribuscion! Basta con i pregiudizi! QUANDO PUNTI UN DITO CE NE SONO TRE CHE PUNTANO VERSO DI TE!! Parole nuove per una vita nuova!. “Ah beh...allora se ne può parlare..però...devo trovare da solo 60 appuntamenti al mese...Amici. Parenti. Di numero esiguo. Fanno, sommati, un paio di settimane.

I sogni di gloria vacillano: “Ma certo che li troverai - sorride a relationship-woman - il mondo vuole Sniffy. La gente ci ama. Siamo in espansione, le quote di mercato lievitano. NOI VENDEREMO DRITTI! VENDO E NON MI SPEZZO! CHI OSA SNIFFY CAMBIA VITA!!!!”. Arrivano subito conferme da un dailer in stato avanzato che conosco nel corridoio:“Io guadagno 2999 euro a settimana e quando quando diventerò un factory  aprirò un’agenzia tutta mia e mi ciulerò 90mila euro al giorno.”  Mi indica un factory elegantissimo, che ad ampie falcate raggiungeva la sua auto, una Fiat Panda, con il paraurti attaccato col filo di ferro. “E’ per non dare nell’occhio - mi spiega il dialer -  in realtà in garage ha due Ferrari”.

Cominciai con il corso di formazione. Gradita giacca e cravatta.  Dotarsi di n°1 blocconote e n° 2 penne. Proibito prestare le penne. Ognuno per sè e tutti per Sniffy. La mia conoscenza della storia si arricchisce di un nuovo personaggio, importante almeno quanto Giulio Cesare e Susanna del Grande Fratello . E’ Adam Sniffy, l’inventore dell’aspirapolvere che, giustamente sottolinea il dinoccolato teacher aromatizzato al dopobarba, porta il suo nome. Un uomo con le idee, è la sua epigrafica definizione. Parte un applauso che diventa stuporosa ovazione quando il teacher ci spiega che Egli ad appena 12 anni smontò una bomba atomica con un cacciavite e la ricompose dando così alla luce il primo Sniffy.

Uno sviluppo della tecnologia militare, dunque, come tutte le più grandi invenzioni (applausi dovuti). E qui il tono si fa grave e solenne. Gli sniffy boy hanno una mission. Come fossero marines devono difendere il mondo dal pericolo numero uno della società. Che non sono i tassisti, i lavavetri al semaforo, gli extraterrestri, i pensionati, gli intellettuali, i terremotati lamentosi e scrocconi, i magistrati. No: sono gli acari! Forse più pericolosi della cellulite, delle vene varicose e delle pentole che attaccano.

“Sissignori! - tuona il teacher in un silenzio carico di tensione - questi luridi mostriciattoli  bivaccano a scrocco nei nostri salotti, si annidano come viet-cong nei tappetti,  si riproducono nei materassi cibandosi a sbafo delle nostre scorie di pelle morta!” L’orrore e la rabbia aleggiano nell’aula. “Morte all’acaro!” Urlò qualcuno tra più accalorati.
Ci rassicurò subito il teacher: “Ora c’è Sniffy. Voi dovete diffonderne il verbo a domicilio. Ma per riuscire nella mission dovete conoscere bene la vostra arma. Come ogni buon soldato dovete fare l’amore con il vostro fucile”. E concluse sudato e con un filo di voce:  “Allo stesso modo l’aspirapolvere Sniffy deve dormire con voi. Un buon venditore deve saper  entrare nella logica di chi compra.” 

E così comperammo tutti un aspirapolvere, al prezzo speciale equivalente a tre stipendi, da pagare in comode rate trattenute dal suddetto iva inclusa. Le porte del paradiso vanno conquistate a progetto.

(SEGUE)

Filippo Tronca


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