Compass, il problema di "Mario" con il recupero crediti

Riceviamo e pubblichiamo

18 Febbraio 2011   11:03  

AGGIORNAMENTO:

Siamo stati contattati dall'uffico stampa della società che ha promesso al nostro Mario che non dovrà pagare nulla di più del pattuito, inoltre saranno presi provvedimenti sui modi ed i toni utilizzati dalla società di recupero crediti.

Come avevamo detto siamo disponibili a pubblicare eventuali noter della stessa Compass, riteniamo che questo sia lo stile che ci si aspetta da un grande gruppo come quello di Mediobanca.

Siamo contenti di aver potuto aiutare Mario a far valere i propri diritti.

 

Pubblichiamo l'esperienza drammatica di un nostro lettore alle prese con un finanziamento con la Compass.

Mario, il nome è volutamente di finzione, è un abitante del cratere sismico e poco prima del terremoto aveva stipulato un finanziamento con la Compass per l'acquisto di un bene materiale.

Successivamente al terremoto per Decreto Ministeriale ogni forma di finaziamento ha subito uno stop nel rimborso da parte degli stipulanti per aiutare chi aveva perso già moltissimo col sisma.

Mario a metà dicembre ha ricevuto una bella lettera dalla Compass che lo informava che a partire da gennaio 2011 sarebbero state rirpistinate le scadenze delle rate senza costi aggiuntivi.

Nella lettera era evidenziato anche il bel gesto della Compass (Gruppo Mediobanca) che aveva sposato la causa degli aquilani aiutandoli. In realtà il Gruppo Bancario non aveva fatto altro che aderire alla richiesta dell'ABI (Associazione Bancaria Italiana) che aveva sottoscritto un preciso accordo con la Presidenza del Consiglio da cui poi scaturì il Decreto di sospensione, quindi grazie mille, ma non potevate fare altrimenti.

Il nostro Mario per una serie di motivi, che qui all'Aquila possiamo ben capire, ritarda di 15 giorni a pagare la rata di gennaio, ma già il 10 febbraio riceve una perentoria telefonata dal recupero crediti della Compass: "Lei è in ritardo paghi subito la rata maggiorata del 12% e lo faccia tramite posta o revocheremo il finanziamento".

Mario che non è un bandito, ma un cliente della società finanziaria, chiama la sede di sua competenza (ad oggi San Benedetto) e chiede cosa fare.

La sede locale, a differenza del recupero crediti, è assolutamente tranquilla, gli dicono che può fare un bonifico senza maggiorazione, gli danno le coordinate bancarie e Mario lo fa immediatamente.

Tranquillo di stare a posto con la coscienza Mario torna alla sua vita normale di terremotato.

Oggi Mario riceve un'altra telefonata, di nuovo la signora del recupero crediti: "Ma lei non ha pagato... ah ha pagato con bonifico e perchè? ... non ha messo la maggiorazione? ... no non è la mora ma il costo del recupero crediti quel 12% ... Lunedì vedremo il suo contratto!" e chiude il telefono.

Ora Mario è inviperito, trattato come un pezzente, come uno che si è approfittato della sospensiva e che neanche quando questa finisce vuol pagare, ma Mario non è così, Mario lavora ogni giorno, Mario paga i suoi debiti, Mario ha pagato anche questo e continuerà a pagherà senza problemi.

Però Mario non è un fesso il 12% in più per una telefonata dal recupero crediti senza alcuna comunicazione scritta non è possibile accettarlo e Mario non pagherà quei soldi, perchè come ogni abitante del cratere Mario col terremoto non ci ha guadagnato nulla a differenza di quello che vogliono far credere...

Noi ci chiediamo se questo è il modo di lavorare di una Banca seria come il Gruppo Mediobanca, non possiamo crederlo, crediamo che la banca sia vittima quanto Mario di una società di recupero crediti troppo "meticolosa", troppo attenta e forse anche di un giorno no dell'impiegata.

Noi siamo qui pronti a cogliere ogni esperienza di altri terremotati e non che abbiano avuto disavventure simili e siamo a che a disposizione della Compass che forse avrà qualcosa da dire a proposito, aspettiamo un vostro intervento.


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