Confesercenti, per commercio e turismo saldo negativo , le chiusure superano le aperture di -35.000

16 Dicembre 2014   09:40  

Per le imprese di commercio e turismo il 2014 sara' ancora un anno nero: il saldo tra aperture e chiusure sara' negativo per 35.000 imprese. L'inversione di tendenza e' attesa per il periodo 2015-2017 ma sara' soprattutto il turismo a trainare la ripresa.

E' quanto prevede Confesercenti in un sondaggio effettuato con Swg aggiungendo che secondo le ultime stime nei due settori tra gennaio e dicembre hanno chiuso 91.975 imprese, a fronte di 56.677 nuove aperture, per un saldo finale negativo di 35.298 attivita'.

E le imprese che aprono hanno una vita sempre piu' breve: la percentuale di quelle che cessano l'attivita' dopo 3 anni e' ormai sopra il 40%, mentre nel 2000 era sotto il 30%.

Nonostante l'ennesimo bilancio negativo, evidenzia Confesercenti, "si intravedono segnali di miglioramento: a partire dal prossimo anno si assistera' a un'inversione di tendenza e ad un lento ripopolamento del tessuto imprenditoriale.

Tra il 2015 ed il 2017, secondo le nostre proiezioni - elaborate sulla base dello storico degli andamenti bimestrali - il numero di imprese attive di commercio e turismo tornera' ad aumentare, con un incremento di 32.543 unita'".

Ma ci restituira' un quadro profondamente mutato rispetto a quello precedente alla crisi, con una crescita delle nuove imprese concentrata soprattutto nel comparto turismo (+27.765). 

Durante l'anno i consumi delle famiglie sono stati praticamente uguali a quelli del 2013, con una crescita di appena lo 0,2%. Si e' trattato, insomma, di un altro anno di difficolta': anche nel 2014 e' continuata la spending review delle famiglie, con il 92% degli italiani che ha dichiarato di aver ridotto qualche capitolo di spesa.

Le imprese si sono difese con le promozioni: le ha praticate l'83%, per uno sconto medio del 27%. In totale, secondo le nostre stime, nel 2014 la pressione promozionale (la quota di prodotti in offerta sul totale) ha raggiunto il 30%. Nel 2007 era il 22,4%.

Nel commercio durante il 2014 si e' assistito al proseguimento del trend negativo, con un saldo tra aperture e chiusure negativo per oltre 23.500 imprese. A trascinare in rosso il bilancio e' il commercio al dettaglio in sede fissa, in profonda sofferenza: durante l'anno le chiusure (49.517) sono state piu' del doppio delle aperture (23.005).

Positivo, invece il saldo delle imprese su area pubblica: banchi e bancarelle registrano un incremento di 2.824 attivita'. Bene anche la vendita al di fuori di banchi e negozi - eCommerce, ma anche vendita porta a porta e tramite distributori automatici - che chiude il 2014 con 179 imprese in piu'.

La crisi dei negozi tradizionali investe piu' o meno tutti i comparti: saldi negativi sia per gli esercizi specializzati in prodotti alimentari (-3.277) che in No Food (-23.285). In particolare, continuano le difficolta' del reparto moda: oltre 1 chiusura su 4 e' di un negozio di abbigliamento, tessili o accessori (-6.924). 

Anche per il turismo il 2014 e' stato un altro anno da dimenticare. Il settore, che riunisce le attivita' dell'alloggio, della ristorazione e del servizio bar, perde complessivamente 11.789 imprese, risultato di quasi 17mila nuove aperture e oltre 28mila chiusure. 

La crisi del mercato interno e' in fase di esaurimento, ma sara' difficile tornare rapidamente ai livelli di consumi delle famiglie precedenti alla crisi: tra il 2015 e il 2017 i consumi finali nazionali saliranno dell'1,8%, contro un calo registrato, tra il 2012 e il 2014, del 5,8% .

Alcuni dei mutamenti intervenuti durante la fase peggiore della recessione sembrano essere ormai strutturali: e' il caso della spesa degli italiani, che si indirizzera' sempre di piu' ai servizi e agli acquisti via web. Soprattutto per quanto riguarda l'eCommerce: nell'ipotesi di mantenimento dei trend recenti, si stima che nel 2017 la maggioranza dei navigatori acquistera' prodotti e/o servizi online.

Ma il boom del web non spazzera' via il commercio tradizionale: se gli esercizi non specializzati crolleranno, i negozi alimentari vivranno una vera e propria rinascita. Nei prossimi anni le imprese del commercio al dettaglio torneranno ad aumentare, dopo tre anni di saldi negativi: nel 2017 saranno 4.778 in piu' rispetto a quest'anno.

Decisamente piu' favorevoli le previsioni per il turismo, un settore su cui puntare: dati di crescita complessiva da oggi al 2017 di quasi 28 mila unita' corrispondenti a una variazione del +2,2%.

"Nonostante i rischi di ricaduta - spiega Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti - la fase peggiore della crisi dovrebbe essere superata. Le nostre previsioni, elaborate sulla base dell'analisi degli andamenti recenti, suggeriscono per i prossimi due anni uno scenario di progressivo, seppure lento, 'ripopolamento delle imprese'.

A sopravvivere, pero', sara' solo l'impresa che sapra' cogliere i mutamenti del mercato interno. L'influenza dei progressi tecnologici sui nostri settori, ormai, non puo' piu' essere negata.

Non potranno esistere, nel prossimo futuro, imprese che fanno a meno di internet.

L'ondata di innovazione non va contrastata, ma cavalcata. In primo luogo liberandosi dell'idea che possa spazzare via i nostri settori: gli esercizi di vicinato rimarranno, e per alcune tipologie forse saranno ancora piu' diffusi di oggi".

"Gli imprenditori, pero' - conclude Bussoni - dovranno avere requisiti culturali e conoscitivi di cui, oggi, la stragrande maggioranza non dispone.

Per questo dobbiamo concentrarci sulla preparazione: il Governo deve intervenire per garantire un maggior sostegno alla formazione imprenditoriale, con l'obiettivo di introdurre modelli culturali moderni e creare una classe di imprenditori in grado di rispondere alle sfide di oggi, facendo leva sulla qualita' del servizio e dell'innovazione". 


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