Confindustria: senza petrolio in Abruzzo 6mila posti a rischio

28 Gennaio 2011   14:38  

La recente legge regionale che di fatto blocca le autorizzazioni per le attività estrattive, rischia di dare un colpo mortale al settore Idrocarburi in Abruzzo e in una fase in cui la crisi occupazionale fa sentire sempre più i suoi effetti, questo provvedimento andrebbe ancor più ad aggravare la situazione.

L'allarme lanciato questa mattina dal Presidente di Confindustria Chieti Paolo Primavera, in occasione della presentazione di un protocollo d'intesa, per molti aspetti impopolare, con Cisl, Uil e Ugl, a giorni firmerà anche la Cgil, per il sostegno e la valorizzazione del settore Idrocarburi: "la politica ancora una volta ha dimostrato di essere superficiale, assecondando il sentore popolare sui presunti effetti devastanti dati dall'insediamento di nuove attività estrattive nella nostra Regione, non ha tenuto conto dei 6000 dipendenti che per colpa di questo provvedimento rischiano di perdere il lavoro - denuncia Primavera - 6000 posti, tra diretto ed indotto, una seconda Sevel, in pratica, solo nella provincia di Chieti dove opera il 90% delle aziende del territorio.

Con questo protocollo assicuriamo il nostro sostegno - precisa Primavera - ma non dimentichiamo l'ambiente perchè con le royalties che le multinazionali lasceranno sul territorio chiederemo siano utilizzati per la bonifica dei fiumi, ad esempio, o per iniziative di tutela e valorizzazione del territorio come la Costa dei Trabocchi."

Primavera ha anche sottolineato il problema del Porto Industriale di Ortona: "Il 70% delle industrie che ne usufruiscono vengono proprio dagli idrocarburi se fossero costrette a lasciare il territorio sarebbe morte certa per il più importante snodo infastrutturale della nostra Regione."


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