Consiglio regionale: nuove norme su referendum, parto indolore e assistenza

Cronache dall'Emiciclo

30 Ottobre 2012   15:57  

Il Consiglio regionale, nella seduta odierna, ha approvato all'unanimita' tre risoluzioni.

La prima riguarda l'ipotesi di regionalizzare le biblioteche provinciali, mentre le seconda impegna la Regione ad attivarsi per la delocalizzazione del cementificio di Pescara.

Su proposta di Ricciuti, De Matteis e dell'Assessore Giuliante e' stato dato mandato al Presidente Chiodi a impugnare, nelle sedi giudiziarie competenti, le circolari Inps e Inail sul rimborso dei contributi per le attivita' economiche del "cratere sismico".

L'Assemblea ha poi approvato il progetto di legge che va a modificare la disciplina che regola i referendum regionali e l'iniziativa legislativa.

Tra le novita', l'inserimento di un ulteriore periodo in cui e' possibile svolgere la consultazione popolare.

Via libera anche alla legge che incentiva il parto fisiologico indolore, riducendo il ricorso al taglio cesareo. Entro 6 mesi la Regione individuera' le strutture ospedaliere (in cui si effettuano almeno 500 parti l'anno), in cui il servizio sara' garantito per l'intera giornata.

E' stato anche approvato un progetto di legge che stabilisce, per l'anno in corso, nuovi termini per la presentazione dei piani di assistenza delle Province rivolti ai pluriminorati sensoriali.

Rinviato in Commissione, invece, il progetto di legge di modifica di alcuni punti della normativa sanitaria regionale.

Il Consiglio ha inoltre approvato i provvedimenti amministrativi sull'utilizzo dei proventi del programma di alienazione degli alloggi dell'Ater di Teramo, sul piano regionale 2012 di interventi a favore della famiglia e sugli obblighi comunitari europei. Gli altri punti sono stati rinviati alla prossima seduta.

CARAMANICO: ''GRAVE VOTO MANCATO PER AIUTARE GLI LSU DI TERAMO''

Vergognoso che su una questione così delicata e drammatica, come il destino di duecento lavoratori Lsu di Teramo, la maggioranza si sia spaccata, favorendo la bocciatura di una mozione che voleva destinare le risorse frutto dei canoni idroelettrici a lavoratori costretti a vivere con 600 euro al mese».

Lo sostiene il Consigliere regionale di Sel, Franco Caramanico, che commenta così la scelta della maggioranza di bocciare la mozione con la quale si chiedeva alla giunta regionale di destinare a favore dei lavoratori Lsu della provincia di Teramo, le risorse dei canoni idroelettrici.

«Dire, come ha fatto il Pdl, che la soluzione proposta non era idonea, è semplicemente una scusa. La verità – ha aggiunto Caramanico – è che evidentemente preferiscono destinare queste risorse ad altri scopi che non alla sussistenza di lavoratori in grandi difficoltà, che corrono il rischio di non trovare una soluzione alla loro vertenza lavorativa. Spiace constatare anche l’assenza di parte della minoranza: la presenza dei consiglieri del Pd avrebbe potuto dare un risultato diverso».

CAMPUS AUTOMOTIVE: INTERPELLANZA PROSPERO-TAGLIENTE

I Consiglieri regionali Antonio Prospero (Rialzati Abruzzo) e Giuseppe Tagliente (PdL) hanno depositato questa mattina un’interpellanza sul progetto della realizzazione del Campus Automotive in Val di Sangro.

Gli esponenti della maggioranza chiedono, in particolare, la revoca in autotutela della delibera della Giunta regionale del 2 ottobre scorso, per una serie di motivi.

Il primo riguarda la indeterminatezza delle finalità, perché – secondo Prospero e Tagliente – il progetto presenta delle lacune che non consentono di individuare le funzioni e i compiti del Campus. “Appare poco convincente – sottolineano – per le assenze di adesioni formali da parte delle aziende che operano in Abruzzo nell’automotive, soprattutto Sevel e Pilkington”.

Il secondo aspetto fa riferimento all’indeterminatezza dei costi. “Nei documenti – continuano i Consiglieri – si parla dia un primo stralcio di spesa pari a 45 milioni, da finanziare per oltre l’85 per cento con fondi Fas, ma nulla si dice sul costo complessivo del progetto”.

L’ultima perplessità di Prospero e Tagliente, infine, è sull’indeterminatezza dei risultati e sulla mancanza di un piano di gestione finanziaria. “L’assenza – concludono – anche di uno studio relativo ai costi previsti e ai ricavi stimati, ingenera dubbi riguardo alle finalità vantate e fa soprattutto temere sulle possibilità di ritorni in termini di sviluppo e occupazione”.

 

 


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